Il ritorno alla normalità dell’egemonia finanziaria in Occidente (resta esclusa la Gran Bretagna, ma fino a quando?) è stato salutato con uno strombazzamento mediatico che ha dato la misura della dipendenza della vita democratica dagli orientamenti di chi è in grado di gestire la moneta e il credito; e ciò, soprattutto in un momento in cui per l’effetto espansivo della pandemia del coronavirus, tutto il mondo, tranne la Cina, sarà costretto a indebitarsi sino al collo.
L’Unione Europea gongola per la vittoria di Joe Biden: i tecnocrati di Bruxelles, sulla scia dei finanzieri di Wall Street (e della City), potranno stringere il cappio intorno al collo degli Stati-membri (costretti a indebitarsi per sopravvivere al disastro provocato dal viruscinese) senza la voce dissonante di un’ “America nemica” e senza correre alcun rischio di contestazioni da parte degli elettori eurocontinentali ai loro governanti.
Il Dio-Denaro, che aveva già fagocitato quello ebraico, concedendogli il dominio delle Banche e quello cristiano con l’autorizzazione a convertire gli oboli di San Pietro in palazzi londinesi (e non solo), oggi è la vera espressione del Monoteismo imperante sul pianeta.
E’ noto che l’usura prosperi nei momenti di disgrazia per l’umanità.
Oggi che tali disastri possono essere creati in laboratorio e ingigantiti agli occhi e alle orecchie degli esseri umani con il megafono dei mass-media, orientati da quelli li sostengono in direzione a essi utile, il gioco è divenuto ancora più semplice.
Trump non è stato sconfitto da una metà di americani che non ha capito, non capisce e non capirà nulla dei misteri dell’Alta Finanza mondiale (occorrerebbe legare la conoscenza di eventi noti con un uso intelligente della “logica” e ciò non è una capacità molto diffusa), ma dall’alleanza inedita tra Repubblica Popolare Cinese, Wall Street, City e Unione Europea che non apprezzavano per motivi diversi (concorrenziali o usurai) la sua testarda resistenza a voler salvare la società industriale dal già potente capitalismo finanziario.
I suoi successi in materia di occupazione, di ripresa dell’esportazione dei prodotti statunitensi, di crescita del p.i.l. (precedente alla pandemia), di arresto delle delocalizzazioni di opifici nordamericani nel terzo mondo, non gli sono bastati per arrestare gli effetti devastanti di una probabile “guerra biologica”(da lui denunciata come vox clamantis in deserto) che potevano dare all’usura la forza che essa acquista quando diventa disperato il bisogno di denaro.
La prova del nove dell’imminente sconfitta di Trump si è avuta quando nella storia degli Stati uniti si è verificato un fatto di assoluta novità.
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è stato sempre sinonimo di potere enorme, il più grande che si potesse immaginare. Ma è di pochi giorni fa la notizia che i networktelevisivi americani avevano oscurato le immagini di Trump sul video perché disturbavano l’orientamento politico dei suoi avversari.
Era la dimostrazione chiara che il “potere” era passato di mano.
E non di certo per divenire appannaggio del nuovo Presidente: ma per dimostrare anche a lui (ove ne fosse stato bisogno; ma non vi era) il mondo delle banche domina incontrastato sul Pianeta, forte dell’alleanza con tutta la Gauche Occidentale (Democratici, Laburisti, Liberals, Cristiano-sociali protestanti o cattolici, Massoni ebraici, Liberali dell’ALDE), con l’Unione Europea e con la Repubblica Popolare Cinese.