Città letteralmente deserte oggi nel giorno della serrata totale. Le ore in cui il traffico solitamente riempie le strade dei mezzi di chi va al lavoro sono vuote, pochissimi passanti in giro e a passo frettoloso. Sembra di ritrovarsi improvvisamente in una dimensione surreale. Qualcuno intanto prova ad allenarsi, rigorosamente in solitudine, facendo jogging. Qualcun altro porta a spasso il cane, del resto anche i nostri amici pelosi hanno le loro necessità fisiologiche. Mentre la colazione al bar, il rito quasi sacro del caffè e della brioche salta del tutto. Poche le auto in circolazione rare le persone alle fermate dei bus che girano praticamente vuoti.

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Una città deserta, con i monumenti senza turisti e le strade vuote. Si risveglia così Roma dove sono tangibili gli effetti del nuovo decreto emanato dal presidente del consiglio Conte. Una giornata molto simile ad una domenica d’agosto, con pochissime auto in giro e i mezzi pubblici praticamente vuoti. Saracinesche abbassate ovunque, anche negli storici bar aperti giorno e notte nel centro della città. Le uniche insegne posticce segnalate sono quelle per i tabaccai e le edicole che restano aperte, seppur con un afflusso irrisorio di persone.

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Vissuta e dominata da un silenzio spettrale. Abitata da fantasmi, quei pochi che ci sono ancora in giro per le strade, e la maggior parte di loro fasciati in viso da mascherine la cui utilità è forse discutibile. Si presenta così Milano completamente deserta, una città ancora più nuda, il giorno i cui sono scattate le nuove misure decise dal governo per contrastare l’epidemia da coronavirus. La notte sembra di abitare in una casa di campagna, silenzio tombale e basta. Alle 8.30 del mattino la città, che nella normalità è brulicante di auto e pienamente operativa, ha un aspetto irreale. Ora si incontra a stento qualche auto.

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Nella Napoli chiusa per coronavirus non si sentono nella notte nemmeno gli schiamazzi dei ragazzini che oltraggiano solitamente i grandi spazi della Galleria Umberto per giocare a pallone. Gli unici presenti sono solo alcuni poveretti senzatetto avvolti a terra nelle coperte. In strada pochissima gente. A pochi passi dalla Galleria, vicino a Piazza Plebiscito, a quest’ora già tradizionalmente affollata, chiusi bar e locali storici come il Gambrinus che dalle prime ore del mattino servivano decine di caffè, un vero e proprio rito per i napoletani, e che ora appaiono con le saracinesche abbassate. Anche sul lungomare, popolato in periodi normali da sportivi amanti della corsa e persone che passeggiano magari con il proprio cane, non si incontra quasi nessuno.

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E’ una Torino senza luci quella che si è svegliata nel giorno del grande stop. Il centro storico è un lungo rosario di saracinesche, grate, serrande abbassate. I negozi, oltre a chiudere i battenti, hanno rinunciato a illuminare le vetrine. E il gesto suona come un monito: qui non c’è più niente da vedere, state a casa. I portici di via Po, la strada antica e suggestiva che da piazza Castello si apre verso la collina, sono in penombra. I tram e gli autobus (vuoti nonostante l’ora di punta) marciano spediti approfittando dell’insolita penuria di traffico. I passanti si contano sulle dita.

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Silenzio assoluto a Firenze, tuttavia c’è chi corre sui lungarni, forse ancora ignaro delle nuove disposizioni per l’emergenza. Poche certo le auto in giro, ancora meno passeggeri sui bus che anche da queste parti viaggiano vuoti e chi cammina per strada lo fa per raggiungere l’ufficio o andare a far presto la spesa, per cercare di evitare le code all’ingresso dei negozi che si formano già alle 7.30 per l’obbligo di rispettare le distanze di sicurezza. Semmai si notano ancora di più in questa desolazione polizia, carabinieri e vigili urbani che fanno presidi o girano in città. Giù tutte le serrande dei bar anche se chi vende tabacchi o giornali è aperto.

Alla fine si ha l’impressione che il nostro paese sia diventato improvvisamente un enorme set cinematografico in cui si sta girando un film sull’apocalisse. E’ davvero impressionante. Solo il tempo ci potrà aiutare a capire se tutto questo era proprio necessario.