Arrestati tre uomini di origine kosovara. Fermato minorenne
Sarebbe stato un massacro. “Con Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua, mettere una bomba a Rialto“. Queste le terribili parole emerse attraverso le intercettazioni avviate parecchio tempo fa sul gruppo di terroristi residenti nella città lagunare pronti a colpire. Come hanno fatto sapere gli investigatori dalle indagini risultano non pochi elementi che fanno ben capire quanto potesse essere ferma la convinzione di aderire in pieno alla jihad da parte degli arrestati decisi senza ripensamenti a passare presto della letture sacro-dottrinali all’azione stragista.
Dopo gli attacchi che hanno insanguinato mezza Europa adesso anche l’Italia trema.
Venezia è entrata nel mirino del terrorismo islamico. Tre squilibrati avevano intenzione di farsi saltare sul ponte di Rialto per causare la morte di centinaia di persone. E ci sarebbero riusciti se non fosse stato per i capillari controlli del territorio messi a punto da forze dell’ordine e uomini dell’intelligence coordinati dal ministero dell’interno che sono fortunatamente riusciti a sgominare la cellula jhadista. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche sarebbero emersi una serie di elementi che evidenziavano con chiarezza le intenzioni assassine del gruppo. Da qui è scattato la scorsa notte il blitz in un appartamento in pieno centro storico a Venezia, dalle parti del teatro La Fenice, e l’arresto dei tre uomini di origine kosovara.
Si viene inoltre a sapere che i tre si stavano preparando a mettere a segno l’attentato visionando video dei fondamentalisti dell’Isis che spiegavano come si può uccidere con il coltello o come si possono confezionare esplosivi in casa. Insomma, tutto il vademecum per poter mettere a segno una carneficine con atti terroristici “fai da te”, ovvero semplici da compiere e meno intercettabili sul fronte prevenzione che hanno già insanguinato l’Europa.
Attraverso le intercettazioni, come detto, il gruppo ha sempre dimostrato grande adesione all’Isis e ai recenti attentati. Addirittura, dopo il colpo di Londra, i balordi se la ridevano esaltando il gesto di un loro “fratello”.
Sono finiti dunque in carcere Fisnik Bekaj, 24 anni, Dale Haziraj di 25 e Arjan Babaj, 27 anni, il predicatore e leader della cellula. Fermato anche un minore. Il reato contestato è il 270 bis, associazione di tipo terroristico anche internazionale.