I vaccini anti-Covid senza dati e senza vigilanza da parte di chi dovrebbe vigilare a tutela dell’interesse pubblico e i brogli nelle elezioni americane sono due espressioni dello stesso mondo liberista che sta cercando di imporre al mondo il denaro al di sopra della Salute e della Democrazia
Mentre il Ministro della Salute-Sanità, Roberto Speranza – quello del libro sulla pandemia di Coronavirus distribuito e precipitosamente ritirato dalle librerie – annuncia 202 milioni di dosi di vaccino anti-Covid-19 nel primo trimestre del prossimo anno (ottimista come nella sua opera letteraria non più in circolazione, il nostro Ministro…), noi non possiamo non raccontare quanto sta succedendo nel mondo con questa frenesia dei vaccini con i quali c’è chi pensa di guadagnare una barca di soldi.
A differenza di buona parte della politica e di buona parte dei protagonisti delle false ricostruzioni storiche (qui in Italia ancora oggi c’è considera eroi i Savoia, Garibaldi e i massoni e i mafiosi della truffaldina impresa dei mille), gli scienziati non sono tutti dalla parte di chi – compresa un parte dei governanti del mondo – ci vorrebbe rifilare a tutti i costi i vaccini confezionati in pochi mesi Iddio sa come!
“A gennaio senza dati non mi vaccinerei”, ha fatto già sapere il professore Andrea Crisanti, uno scienziato che ha evitato al Veneto tanti problemi proprio in materia di Covid-19.
Abbiamo pubblicato uno studio del giornalista Pietro Galluccio e del professore Salvatore Corrao, primario di un reparto Covid dell’Ospedale Civico di Palermo e componente del Comitato Tecnico Scientifico della Regione siciliana. Che, nelle considerazioni finali scrivono:
“Assistiamo in modo abbastanza preoccupante alla fine della medicina e della ricerca basate sulle ‘evidences’, cioè sui fatti scientifici documentabili e ad una sostanziale abdicazione alle proprie funzioni di vigilanza da parte degli organismi competenti. Se tali scelte possono essere comprensibili ancorché discutibili da parte delle aziende, non altrettanto comprensibili possono essere le reazioni di giubilo da parte delle autorità pubbliche ed in particolare di coloro che devono o dovrebbero sovrintendere alla salute dei cittadini, adoperando sempre principi di precauzione”.
Marco Lo Dico, veterinario, specialista in Malattie Infettive, Profilassi e Polizia Veterinaria precisa sempre a proposito dei vaccini:
“La convivenza del virus con l’ospite potrebbe anche avere un altro effetto, quello di favorire la mutazione del virus e la necessità ciclica di riallestire vaccini stagionali come nell’influenza, ma esponendo sempre la popolazione fragile a vivere nell’incubo o a essere ‘selezionata’ dai cicli epidemici. Prescindendo se questo sia o meno il caso o lo scenario, è comunque uno scenario non solo possibile, ma probabile e quindi sfido chiunque a contraddire questo potenziale scenario”.
Quindi l’obiettivo del capitalismo liberista, che si è impossessato, con l’avallo dei governanti di alcuni Paesi del mondo, della gestione del Covid-19, non è l’eliminazione del virus, ma la trasformazione di questo virus in una macchina per fare soldi: perché se si arriverà alla “necessità ciclica di riallestire vaccini stagionali come nell’influenza”, i produttori dei vaccini guadagneranno una barca di soldi, perché ogni anno appiopperanno a miliardi di persone il “vaccino salva-vita contro il Covid-19”.
Tutto questo mentre assistiamo “alla fine della medicina e della ricerca basate sulle ‘evidences’, cioè sui fatti scientifici documentabili e ad una sostanziale abdicazione alle proprie funzioni di vigilanza da parte degli organismi competenti”.
Insomma, siamo messi bene, no?
Ma il mondo, in questo momento, ci riserva altre novità. Come i risultati delle elezioni americane dove i rappresentanti dello stesso capitalismo liberista che vuole a tutti i costi rifilarci i vaccini – ci riferiamo al Partito Democratico americano – ha provato, forse fallendo, a vincere le elezioni con i brogli elettorali.
Che nelle elezioni americane di questo brutto 2020 ci siano stati brogli ormai è assodato. E lo si sta vedendo dalla piega che sta prendendo questa storia, a prescindere dall’intervento della Giustizia. Ieri abbiamo riportato due notizie di due Stati americani che potrebbero avere effetti a catena in altri Stati e sul risultato finale delle elezioni che, con troppa fretta, hanno assegnato a Joe Biden la vittoria.
In Pennysilvania il Parlamento di questo Stato ha contestato le modalità con le quali sono state celebrate le elezioni. E’ successo – e non è successo solo in Pennysilvania – che il Governatore e la Magistratura statale hanno cambiato le modalità di raccolta del voto.
Ora, ogni Stato americano ha una propria Costituzione che gode di larga autonomia, proprio come la Sicilia in Italia. Con la differenza, rispetto alla Sicilia, che i cittadini e i politici di ogni Stato americano sono molto attenti all’autonomia. Nello Stato della Pennysilvania spetta al Parlamento e non al Governatore dello Stato e alla Magistratura dello stesso Stato cambiare le modalità di voto.
Il risultato è che il Parlamento della Pennysilvania contesta le elezioni presidenziali e ha deciso di eleggere i propri grandi elettori che, il 14 Dicembre, dovranno eleggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti (che non è stato ancora eletto, in barba ai capi di Stato e di Governo che hanno già fatto le congratulazioni a Biden). E poiché nel Parlamento della Pennysilvania c’è una maggioranza Repubblicana, è probabile che i grandi elettori eletti dal Parlamento votino per Trump.
Quello che sta avvenendo in Pennysilvania è probabile che avvenga in altri cinque Stati americani dove i Parlamenti sono a maggioranza Repubblicana.
E quasi matematico che la vicenda finisca davanti la Corte Suprema, perché non ci possono essere grandi elettori eletti con le elezioni presidenziali e grandi elettori eletti dai Parlamenti degli Stati.
La decisione dei Parlamenti di questi Stati di contestare le elezioni presidenziali non nasce dal nulla, ma da brogli elettorali che erano già visibili la prima notte delle elezioni, quando Trump era in vantaggio netto in quasi tutti gli Stati. Poi sono arrivati i voti per posta ed è passato in vantaggio Biden.
La cosa strana, stranissima, che noi abbiamo notato da semplici osservatori, è che, nel corso dello spoglio, arrivavano i risultati dei voti postali delle varie contee degli Stati (le contee equivalgono alle nostre Province) dove, sistematicamente, più del 90% dei voti (e in alcuni casi il 100%) erano per Biden.
Questa sistematica violazione della legge dei grandi numeri ha destato subito dubbi. Tali dubbi sono stati rafforzati da una serie impressionante di anomalie: come i voti espressi da tante, tantissime persone decedute! Tanti morti negli Stati Uniti d’America hanno votato per posta… Possibile?
Ma c’è di più: è stato notato che le schede arrivate per posta hanno una filigrana diversa dalle schede che sono state utilizzate per il voto nelle cabine elettorali. Da dove sono arrivate le schede votate per posta?
Come se tutto questo non bastasse, i legali di Trump hanno raccolto centinaia di testimoni che raccontano dei brogli elettorali.
Ma la prova dei brogli più pericolosa – per chi l’avrebbe messa in atto – sta nel sistema informatico utilizzato in quasi tutti gli Stati americani in queste elezioni. Si tratta del sistema Dominion, che sarebbe già stato utilizzato in passato per alterare le elezioni in altri Stati del mondo.
Qui arriviamo alla seconda notizia che abbiamo dato ieri. La notizia è che il Tribunale dello Stato della Georgia ha sequestrato tutte le ‘carte’ del sistema Dominion. La notizia è molto importante perché fino ad oggi i Tribunali degli Stati in molti casi non hanno nemmeno letto i documenti sui brogli elettorali presentati dai legali di Trump, rimettendo tutto, di fatto, nelle mani della Corte Suprema degli Stati Uniti.
In Georgia – dove Biden ha vinto grazie a voti postali per qualche migliaio di voti – un giudice di questo Stato ha deciso di fare chiarezza sul sistema informatico Dominion.
Il sistema Dominion si collega – e questo è un altro punto centrale di quella che ormai è la storia giudiziaria delle elezioni americane 2020 – a Paesi stranieri: la Germania, la Spagna, il Venezuela. Lo scenario si complica, perché in questo caso entrano in scena due reati che negli Stati Uniti d’America sono considerati gravissimi: la violazione della Costituzione e l’attentato alla sicurezza nazionale.
Non a caso uno degli avvocati che indaga sui brogli elettorali è Sidney Powell, ex Procuratrice federale che si occupa anche di cause che coinvolgono il mondo militare. Parliamo, insomma, di Corte Marziale.
Qual è il nesso tra la frenesia di appioppare al mondo i vaccini anti-Covid e le contestate elezioni presidenziali americane? Il legame sta nel denaro e nel fatto che, oggi, quasi tutte quelle che un tempo erano le ‘sinistre’ del mondo sono al servizio del capitalismo liberista.
Negli Stati Uniti d’America i Democratici, da Clinton in poi, sono al servizio dei capitalismo liberista e delle guerre che lo stesso capitalismo liberista incoraggia per vendere armi. Infatti, una cosa che il capitalismo liberista non riesce a perdonare a Trump è quella di non aver avviato una sola guerra nel mondo, ma anzi di aver provato a bloccare alcune guerra in corso.
Ancora più ottusi i socialisti europei: oggi, infatti, se c’è un partito che nell’Unione europea fa gli interessi del capitalismo liberista, ebbene, questo è il PSE, il Partito Socialista Europeo. La corruzione liberista di questa formazione politica è ormai così pesante che persino alcuni europarlamentari socialisti con il ‘pelo sullo stomaco’ si sono stancati.
Quanto all’Italia, l’esempio lo danno proprio il PD e l’attuale Governo, che in queste ore hanno avallato l’ultima porcata dell’Unione europea dell’euro: la ‘riforma’ del MES in senso peggiorativo: quel MES con il quale, alla fine della pandemia, la Ue proverà a rapinare l’Italia in stile Grecia.
Ebbene, i vaccini anti-Covid selezionati in frett’e furia per la nostra ‘salute’ sono la piena espressione dell’attuale Ue liberista. Buona fortuna a noi e che la vera scienza ci salvi.