La commedia degli orrori alla quale abbiamo assistito, resta quello che è: la sconfitta dell’intelligenza e della politica. Incoerenza ridicola degli stellini: quello che era in voto era un decreto legge, e cioè un atto votato dal Governo, dove c’erano e ci sono i Ministri stellini, che quindi hanno votato il provvedimento

Ai due estremi del vezzo e della superficialità, ma più precisamente dell’adulazione smaccata e dell’odio irrazionale, stanno la ‘battuta’ di Giggino, che in quanto Ministro degli Esteri (dicono dell’Italia!) ormai parla solo di cose internazionali o presunte tali, che dice che la ‘caduta’ del Governo italiano, anzi, del Governo di Mario Draghi farà piacere al Cremlino, tanto più che ‘scimmiotta’ un giudizio acido del solito Dmitry Medvedev, e dall’altra parte sta il titolo velenoso e soddisfatto del solito Marco Travaglio, che parla di Papeete di Draghi, con la citazione sfottitoria ‘whatever it mojito’.
Ma non ci sarebbe da stupirsi. Questo è il livello del nostro ceto politico e di quello giornalistico.
Huffingtonpost‘ titola addirittura ‘Stiamo dicendo al pianeta che Draghi non ci serve, abbiamo già Patuanelli‘.

La commedia degli orrori alla quale abbiamo assistitoresta comunque quello che è: la sconfitta dell’intelligenza e della politica. Ormai proporre di ragionare e di vedere gli interessi effettivi della gente, alla quale tutti dicono di pensare, sembra quasi la proposta di un atto osceno. La politica è ormai ridotta a condominio, con l’elemento negativo che, almeno, nel condominio i singoli sono proprietari di qualcosa, qui no, sono arroganti usurpatori di poteri che non sanno gestire e che non conoscono.

La politica, fateci caso, è ormai esclusivamente la politica dell’io: ‘io voglio’, ‘io dico’, ‘io decido’, ‘io condanno’, ‘io prendo a pugni’, io, io, io.
Sergio Mattarella, che, ripeto, da un po’ non mi sembra più quello che chiamò Draghi al Governo, oggi, purtroppo, balbetta, cerca di rappezzare, di tamponare … è come, se mi permettete, se dicesse che non ha più voglia, e forse non solo per stanchezza o età, ma, temo, per convinzione che non se ne viene mai fuori.

Concludevo l’altro giorno, elencando i protagonisti dei prossimi giorni proprio per sottolineare che purtroppo è proprio lì che casca l’asino. Come fai a discutere sul serio con quella gente; cosa hanno da dire quelle persone? Che peso intellettuale hanno, che so, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Matteo Salvini … Enrico Letta. Già, Letta, quello del ‘campo largo’: bravo, e ora che fai? cerchi di attirare Toninelli, Patuanelli, Taverna, Conte o magari Paragone?
E non basta, perché, attirati che abbia loro (e facile non sarà) e incassato che abbia il terrorizzato Giggino, che fa, negozia con Matteo Renzi, che però non parla con Giggino e Carlo Calenda, o con Calenda che però non parla con Renzi, e ha in ‘gran dispitto’ Bruno Tabacci e Pier Luigi Bersani?
Ma in realtà, la domanda è a Draghi.
Draghi che l’ha messa giù dura, ma durissima proprio. E lo ha fatto per evidente esasperazioneDopo avere cercato per mesi di mettere in piedi soluzioni di governo ragionevoli ed economicamente difendibiliora che dovrebbe fare secondo Mattarella? mettersi a trattare di nuovo sul bonus e sul reddito di cittadinanza? Dico la verità: io, fossi stato Draghi, dopo il secondo incontro con Mattarella, gli avrei detto chiaro chiaro: beh, ci sei tu, tratta tu con quei figuri, io ne ho abbastanza.
Il punto è che qui non c’è più spazio per discorsi seridi prospettivadi governo insomma. Certamente per la bassa statura degli interlocutori, ma specialmente perché le elezioni non sono lontane.

Per di più le ‘mosse’ degli stellini continuano ad aggravare la situazione, con i messaggi che parlano di ‘ritiro dei Ministri’, un’altra assurdità. Perché, nessuno ha fatto rilevare una cosa importante, e cioè, non solo che alla Camera gli stellini la fiducia l’hanno votatae quindi la incoerenza è addirittura ridicolama specialmente il dato di fatto per cui quello che era in voto era un decreto leggee cioè un atto votato dal Governodove c’erano e ci sono i Ministri stellini, che quindi hanno votato il provvedimento.

E allora, forse per questosi capisce quest’altra strampaleria degli stelliniche hanno parlato di uscire dal Governo ancora in carica prima che Draghi parli al Parlamento per illustrare la propria posizioneLa ‘mossa‘, a mio parere stupida e di pura ripiccadimostra innanzitutto che Giuseppe Conte era tutt’altro che contrario alla decisione di non votare la fiducia, ma anche che ora gli stellini puntano allo sfascioperché ritirandosi in anticipo dalla eventuale conferma delle dimissioni da parte di Draghi Mercoledìchiariscono che comunque non intendono ripensare alla propria scelta. E dunque, che non intenderebbero comunque partecipare ad un Governo Draghi bis, qualora Draghi accettasse di farlo, ma trovandosi di fronte al fatto compiuto del ritiro comunque degli stellini. E Draghipersona seria, ha detto varie volte che lui ha accettato di dirigere un Governo con gli stellinicioè un Governo di cui faccia parte, per così dire, la stragrande maggioranza del popolo italiano. E ora sarebbe in contraddizione con sé stesso se facesse egualmente il Governo, o meglio mantenesse in vita il Governo con un semplice ‘rimpasto’.
L’ideaquindiè un ulteriore colpo basso a DraghiGli stellini vogliono impedireper quello che possonodi fare ancora un Governo Draghi.
Che ciò sia opera di Giuseppe Conte è evidente, dato l’odio ben noto di quest’ultimo per Draghi, ma che ciò tagli la testa ad ogni speranza di arrivare alle elezioni del 2023 è altrettanto evidente o almeno molto probabile.

Draghi, ripeto, è una persona seria che della politichetta italiana può fare tranquillamente a meno, e quindi immagino che avrebbe enormi difficoltà ad accettare l’idea di ‘rimpastare’ (o rifare) il Governo, approfittando del fatto che, a seguito di una disgustosa manovra di palazzo organizzata da Giggino, un Governo senza gli stellini residui avrebbe la maggioranza, come si è dimostrato in Senato.

Va anche detto, giusto per non lasciare nulla in ombra, che, molto probabilmente e comunque logicamente, all’origine di questa crisi folle c’è proprio Giggino. La storia, certo, non si fa con i ‘se’, ma logica dice che se Giggino non avesse fatto quella sporca operazione da retrovie del Palazzo, in primo luogo avrebbe potuto con i suoi oltre cinquanta parlamentari contribuire positivamente al mantenimento della collaborazione con Draghi, cosa, in secondo luogo, resa molto più difficile nel momento in cui gli stellini veri e propri sono rimasti quelli più ‘duri e puri’, i Franco Turigliatto del caso, insomma.

Vedremo domani come stanno realmente le cose. Ma certo il discorso di Draghi sarà, spero, duro come pochi, anche se, forse, inutile: questo Paese è e resta nelle mani non tanto e non solo di irresponsabilima specialmente di idioti.

Giancarlo Guarino – L’Indro