C’è stato in minuscolo lato positivo in quanto accaduto nei cieli bielorussi, con il dirottamento del volo Ryanair: abbiamo avuto un vertice dei capi di governo UE non basato sulla fuffa del Green Deal e concentrato nel dire “No” all’Italia su Dublino. Questa volta Lukaschenko , o Lukaschenka, come si dice in inglese, è riuscito a trasformare un colloquio superficiale e inconcludente in uno in cui si è discusso seriamente. Segno di questa scelta sono state le misure strette di sicurezza: nessun cellulare e nessun assistente al seguito dei capi di governo, per evitare fughe di notizie di cui, evidentemente, si è a conoscenza, in modo da poter discutere direttamente. Del resto si discute delle misure politiche ed economiche contro il regime bielorusso e magari è meglio che Putin, suo protettore, le sappia dopo, non prima.
- divieto di sorvolo per le compagnie europee del cielo bielorusso, mossa ovvia dopo quello che è successo al volo di linea Ryanair e già messa in atto da diverse compagnie aeree, fra cui Lufthansa. questo però metterà in difficoltà i voli provenienti dal regno Unito e dalla Germania e diretti all’Estremo Oriente e che già non possono sorvolare l’Ucraina;
- divieto per le compagnie bielorusse di operare nell’unione;
- blocco dei tre miliardi di aiuto annui alla Bielorussia, praticamente quasi nulla;
- altre misure economiche contro il regime di Minsk.
Effetto delle misure? Praticamente nullo, dato che già la Bielorussia ha come partner principale la Russia, e solo 1/5 del suo import viene dall’Occidente. Anzi si spinge definitivamente Lukashenko nelle mani di Putin, anzi a questo punto è fin forse meglio, perchè almeno si sa con chi si ha a che fare. Comunque l’ennesima prova dell’inutilità della Commissione e dell’impotenza dell’Europa, così come è costruita ora.