“L’Italia starebbe molto meglio fuori dell’Unione europea”, parola di Donald Trump, che in una
intervista rilasciata al programma della emittente radiofonica britannica Lbc e riportata dall’Ansa – parlando di Brexit torna a rispolverare l’ipotesi di una Italexit. Nel corso della conversazione col suo amico Nigel Farage, leader degli euroscettici d’Oltre Manica, il presidente americano per la prima volta in assoluto
ipotizza l’uscita del nostro Paese non solo dall’euro ma dall’Unione europea di cui è uno degli stati
fondatori. Un intervento a gamba tesa nell’agone politico italiano già in fibrillazione. Un’uscita che
rischia a questo punto di rinfocolare le velleità antieuropeiste di molti proprio nel momento in cui,
con il nuovo governo Conte, Roma si era riposizionata nel campo della Ue, riprendendo la via di un
dialogo più serrato e collaborativo con Bruxelles, a partire dal delicatissimo dossier della manovra
economica.
Uno sganciamento da Bruxelles che non dovrebbe essere valutato solo dall’Italia ma anche da altri Paesi,
aggiunge il presidente americano, “poichè anche loro starebbero molto meglio senza i vincoli dell’Unione. Ma se questi Paesi vogliono continuare a farne parte va bene. Ma sappiate – conclude il suo ragionamento il tycoon –
che in Europa governano persone con le quali è molto difficile negoziare, mentre con me sarebbe
tutto più facile: faremmo subito un grande accordo commerciale”. Il tema di una possibile Italexit
non è mai stato nell’agenda dei colloqui tra Washington e Roma, men che meno negli ultimi faccia a faccia che il presidente americano ha avuto in più occasioni con il presidente del consiglio
Giuseppe Conte, con il quale ha un ottimo rapporto. Ma evidentemente qualcuno ci sta pensando da tempo, anche al di là dell’Atlantico, e potrebbe intanto porre le basi per individuare percorsi in grado di produrre un cambio epocale nei rapporti economico-sociali tra nazioni.
Ora, al di là del pensiero e le conseguenti valutazioni del presidente Trump, va evidenziato che questa tesi, ovvero quella di abbandonare l’Ue per un avvicinamento politico-monetario agli Usa, è portata avanti dal 22 giugno del 2014 dal Movimento Politico Italia alla guida del suo presidente Aldo Cisi. Finora una voce nel deserto, certo, ma che adesso potrebbe avere maggiore peso, maggiore forza di divulgazione in grado di fare breccia nei media più importanti o diventare addirittura virale attraverso la rete. E questo potrebbe accadere proprio a breve visto che a battere il primo colpo a livello internazionale è stato l’inquilino della Casa Bianca.
E adesso, con il dramma dovuto al coronavirus, le gravi ricadute economiche che potrebbero quanto prima concretizzarsi e l’atteggiamento spesso ostile dell’Ue si potrebbe generare un mix esplosivo. Del resto l’intervento della settimana scorsa della signora Lagarde ha affossato in pochi secondi l’Italia facendo crollare le Borse. A dimostrazione del fatto che questa Unione Europea, ovvero gli interessi che la dominano, questo va rilevato, ha dimostrato ancora una volta di tenere più alle esigenze di bilancio che alle politiche sociali. La firma del MES è stata soltanto rinviata, ma sa dell’incredibile, se non del grottesco, il fatto che si discuta come salvaguardare i conti delle banche tedesche piuttosto che pensare ad adottare delle politiche comuni, realmente efficaci, per far fronte alla tragedia del Covid-19.
Insomma, le parole di Trump potrebbero suonare come una profezia incoraggiando quella politica nazionale che ha sempre stigmatizzato le gravi lacune che stanno alla base della costruzione dell’Unione. Lacune che ne hanno determinato la fragilità politica ed economica. Del resto abbiamo purtroppo quotidiana testimonianza del cinismo, dell’irresponsabilità e del profondo distacco dal senso comune delle classi dirigenti a capo delle istituzioni europee. E allora visto come stanno le cose sarà possibile raddrizzare la schiena a questa Unione o che abbia ragione Trump?