Nel  centro Italia non c’è pace.  Nel cuore della notte, all’una e mezza, una nuova e violenta scossa di magnitudo 4.8 si è registrata nel Maceratese. Una paura senza fine, un incubo che non se ne vuole andare e che ha ancora una volta tormentato questa povera gente già pesantemente provata.

La notte scorsa nuova
forte scossa nel Maceratese

Secondo i rilevamenti dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) la scossa ha avuto ipocentro a 8 chilometri e mezzo di profondità e l’epicentro  è stato localizzato a un paio di chilometri da Pieve Torina, ossia a poco più di dieci chilometri da Visso, Ussita e Camerino. La forte botta della notte   ha avuto una potenza tale da preoccupare tutta la zona centrale della penisola, da Roma a Perugia. E come se non bastasse la terra non ha mai smesso di tremare: scosse inferiori, di magnitudo 2.8 2.4, ma pur sempre preoccupanti sono state avvertite nelle ore successive fino alle prime luci dell’alba e che hanno interessato  le campagne di Arezzo e la zona di Capitignano, in provincia dell’Aquila.

In sostanza solo dalla mezzanotte scorsa al primo mattino di ieri tra le Regioni di Marche, Umbria e Lazio si sono registrate oltre un centinaio di scosse.
Intanto si fanno i conti con le conseguenza di questa immane tragedia che dall’agosto scorso ha messo in ginocchio migliaia di persone, cancellato interi territori, polverizzato opere d’arte straordinarie.
Dagli ultimi aggiornamenti sono oltre ventiseimila le persone assistite dalla Protezione Civile dopo il terremoto che ha colpito l’Italia centrale il 24 agosto scorso e in successione il 26 ottobre e il 30 ottobre.

E come accade spesso dopo le tragedie naturali si torna a parlare di prevenzione, di mettere in sicurezza le zone più delicate del nostro Paese per proteggerle dalle calamità e dai lutti.
Bene, stavolta è il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio ad intervenire ammettendo quanto sia stato misero l’investimento sul fronte prevenzione negli ultimi decenni. Difficile ora ipotizzare una cifra che possa far fronte agli enormi danni fino ad oggi evidenziati ma certo è che le risorse ci sono, almeno stando alle parole del ministro. che già snocciola qualche cifra preventivando di mettere a disposizione annualmente dai 4 ai 7 miliardi.
Di fatto Delrio è convinto che tale sforzo sia possibile dato che nel normale capitolato di spesa dello Stato si spendono normalmente circa 5 miliardi all’anno per lavori di sistemazione necessari ai danni provocati dal dissesto idrogeologico. Insomma, meglio investire nella prevenzione che nella riparazione visto che la spesa è pressoché uguale. Ma soprattutto si possono mettere al riparo tante famiglie costrette a convivere con i rischi di  crolli, smottamenti, alluvioni.
Troppe le disgrazie che si potevano evitare. (m.a.)