LA VERGOGNA DELLA RICOSTRUZIONE

E’ passato un anno esatto dalla terribile scossa che ha messo in ginocchio le zone più belle del centro    Italia e la tanto declamata  ricostruzione è tuttora un disastro vergognoso. Del resto in   questo Paese c’era da aspettarselo purtroppo.

Le più alte autorità dello Stato si sono sporcate le scarpe tra polvere e detriti che testimoniavano ciò che rimaneva delle case ma al di là delle lacrime, delle promesse, dei discorsi infarciti di inutile, noiosa e insopportabile retorica non si è visto nulla di significativo. E non è escluso che nel  prossimo appuntamento con le urne l’elettorato di queste parti ne terrà conto.

 

Il bilancio di ciò che finora è stato fatto è desolante e inaccettabile. La consegna  dei famosi prefabbricati si è fermata al 15%  rispetto alle  reali necessità espresse da chi in questo terremoto ha perso tutto. Non solo. I cumuli di macerie sono ancora là, ammassati sulle vie di questi paesi un tempo straordinari che in un istante si sono sbriciolati provocando morte e dolore. Ricordiamo poi le promesse dei politici agli allevatori di queste terre che hanno subito perdite decisamente rilevanti i quali attendevano nuovi ricoveri per gli animali. Bene, delle circa 1400 stalle  attese     ne sono state fornite      solo una trentina. Alla lista si aggiunga poi il comparto della normali attività commerciali a cui sono stati destinati 35 milioni ma  evidentemente non sono stati sufficienti preso atto che  oltre un centinaio di queste imprese non sono state   in grado di ripartire.

 

Una situazione dunque inconcepibile che potremmo definire come una scandalosa     costante italiana che emerge puntualmente  dopo ogni tragedia.  Come dimostriamo di essere un paese di autentici  eroi nel momento drammatico dell’emergenza e dei soccorsi contestualmente chi dovrebbe manovrare le leve istituzionali  per dare risposte veloci e concrete  sul dopo-catastrofe       evidenzia una  disdicevole inettitudine, la più  completa incapacità. E allora la casta si difende dalle accuse scaricando tutto sulla burocrazia, un concetto che diventa dunque valido in ogni  momento dinnanzi al quale tutto è bloccato a tal punto che ogni tentativo di intervento risulta vano.

 

Ma questo non può più essere tollerato. Alla fine questa strana entità che si chiamiamo      “burocrazia” avrà pure un chiaro riferimento,  porterà nomi e cognomi di coloro che esercitano tale ufficio che con le sue misteriose e ingarbugliate                regole finisce di fatto con l’impedire  la tanto attesa  ricostruzione, la rinascita di una comunità martoriata dagli eventi. Insomma, vorremmo sapere chi sono i responsabili che appellandosi alla “prassi burocratica” – termine che alimenta  rabbia e amarezza – determinano il  disastro pari a quello provocato dal terremoto.

 

Ora viene da chiedersi se questo governo riuscirà a battere un colpo dimostrando di saper individuare quello che non ha funzionato e chi era titolato a seguire la questione. Ma le probabilità che questo accada sono scarse. Purtroppo.