Conte, valanga di insulti e sberleffi per l’uscita sui talebani “buoni”. Il Tg1 (grillino) lo censura per pietà
Giuseppe Conte appena parla viene travolto da una valanga di insulti dopo la presa di posizione imbarazzante relativa alla situazione afghana. Il nuovo capo dei grillino è convinto che il “nuovo regime” in Afghanistan stia assumendo “un atteggiamento abbastanza distensivo”.
Nei giorni scorsi molti commentatori si erano interrogati sul perché l’ex premier fosse il solo politico a non essere intervenuto sulla resa di Kabul. Ecco, il silenzio sarebbe stato d’oro. La politica gli sta ridendo dietro, da destra a sinistra. Se i 35 morti e gli spari sulla folla gli sembrano “atteggiamenti distensivi”… Lo hanno azzannato. Luciano Nobili d’Italia Viva su Twitter ha scritto: “Dopo 5 giorni arrivano le parole di #Conte su #Afghanistan Come il suo guru Travaglio crede alla favola dei talebani buoni. Era meglio l’imbarazzante silenzio”.
Conte: l’uscita infelice sui talebani imbarazza Di Maio e gli alleati Pd
Conte aveva spiegato così la sua linea “aperturista” che ha audience in una certa sinistra e in una certa parte del M5S. “Quello che è certo – ha detto l’avvocato di Volturara Appula- è che adesso abbiamo solo le armi della diplomazia, del sostegno economico e finanziario; e dobbiamo coltivare un serrato dialogo col nuovo regime, che appare, quantomeno a parole, da alcuni segnali che vanno tutti compresi, su un atteggiamento abbastanza distensivo”. Un’asserzione imbarazzante che fa traballare gli alleati del Pd. Pina Picierno, europarlamentare, chiama in causa la crepa all’interno del movimento: “Cosa pensa Di Maio riguardo apertura vergognosa di Conte ai Talebani? Nessun dialogo con chi calpesta diritti fondamentali, perseguita donne, tortura e uccide oppositori, spara a raffica su folle inermi. Non tutti i valori sono negoziabili”.
Sgarbi: “Conte da avvocato del popolo ad avvocato dei talebani”
E infatti il ministro degli Esteri si è subito parzialmente smarcato da Conte, quando, al ministeriale degli Esteri al G7, ha affermato non senza imbarazzo: ” i talebani vanno giudicati “dalle loro azioni” e non “dalle parole”. Vittorio Sgarbi ha subito impallinato Giuseppe Conte: “Mentre da Kabul arrivano le prime notizie di rastrellamenti casa per casa da parte dei talebani; di donne che fuggono e si nascondono per paura di ritorsioni; di spari sulla folla, di bambini terrorizzati che cercano riparo all’aeroporto; il leader dei 5 Stelle, sempre più imbarazzante, auspica “un dialogo serrato con i talebani, il regime si è dimostrato distensivo””. E ancora: “La sua posizione è quella della Cina – ha aggiunto Sgarbi -. Non c’è che dire: da avvocato del popolo ad avvocato dei talebani è un attimo“.
Anche in politica estera per il M5S “uno vale uno”
In politica estera come in quella interna per il M5s uno vale uno o meglio un interlocutore vale l’altro: “Dai gilet gialli alla via della Seta, da Maduro a Donald Trump, dagli ‘amici libicì ad oggi i talebani. Per i 5 Stelle e il loro leader Giuseppe Conte quando si parla di politica estera più che uno vale uno: mi pare valga la regola di uno vale l’altro”. E’ il cinguettio di un’ironica Teresa Bellanova. Insomma, il suggerimento di Conte di ricorrere alle armi della dialettica copn i taqlbani fa orrore ai più. Ma qualcuno soccorre Conte. La stampa amica.
Augusta Cesari – Il Secolo d’Italia