Joe Biden ha conquistato lo Stato del Texas nelle primarie democratiche per le elezioni presidenziali americane. Il risultato, ancora affidato alle proiezioni dei media americani, è un grosso colpo messo a segno dall’ex vice-presidente Usa perché il Texas è lo Stato che assegna il terzo numero dei delegati, il secondo tra quelli che andavano al voto nel Super Martedì.

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L’altro concorrente dem, Bernie Sanders, conquista il trofeo più ricco di questa giornata “Super”, ovvero la California. Tuttavia Biden vince in parecchi  Stati, da nord a Sud, dagli elettori dei sobborghi al voto degli afro-americani, dagli Stati più conservatori a quelli più liberal, in un rilancio impressionante e inatteso della sua candidatura. Dal canto suo Michael Bloomberg riesce a imporsi soltanto alle Samoa e medita a questo punto il ritiro. Mentre Elizabeth Warren ha indubbiamente mostrato un peso non irrilevante in alcune aree del Paese, ma perde il suo Stato, il Massachusetts conquistato dall’ex vicepresidente dell’amministrazione Obama. Non è escluso a questo punto che anche lei possa pensare alla possibilità di abbandonare la corsa presidenziale.

Alcune considerazioni

A Washington si mormora che l’uscita dalla competizione delle primarie democratiche della senatrice Klobuchar era preannunciata e scontata, visto che la signora non riusciva a tirare su finanziamenti. Avendo scelto poi uno stile conciliante la senatrice ha sempre subito la concorrenza della collega Warren che, potrà piacere o meno, era ed è la fotocopia femminile del “socialista” Sanders caratterizzata da una costante agitazione psicomotoria a sostegno delle proprie idee.

Il fatto poi che la Klobuchar abbia dichiarato di appoggiare il vicepresidente Joe Biden non è che abbia turbato più di tanto l’atmosfera politica di Washington già resa molto pesante dalle notizie della diffusione del Corona virus, nonostante il pedale sul freno dell’informazione del presidente Trump.
Sembra invece che ci sia stato uno scambio di lunghe telefonate tra il giovane ex sindaco Pete Buttigieg e il presidente Barack Obama.
Inoltre, ascoltando le solite gole profonde ben informate su questa tornata delle primarie dem, pare che Pete Buttigieg sarebbe stato convinto a dare il suo endorsement all’ex vicepresidente Biden conferendogli i suoi 26 elettori.

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In sostanza se Biden riuscirà ad ottenere dal partito democratico il via libera alla corsa presidenziale si potrebbe vedere proprio Pete Buttigieg affiancare l’anziano politico.
Alla fine ne trarrebbe vantaggio, nel caso in cui i due dovessero essere eletti alla Casa Bianca, battendo naturalmente Donald Trump, sia Joe Biden, che avrebbe al suo fianco un giovane di 38 anni pieno di energia e di voglia di fare, come Pete Buttigieg che avrebbe la possibilità di imparare nella “prestigiosa bottega” il difficile mestiere di chi deve nuotare nello stagno melmoso della politica di Washington. E magari preparandosi dopo quattro anni al grande salto per la presidenza.

Ora vada come vada ma a boccie ferme appare quanto mai curioso che le primarie dem, passaggio fondamentale nella storia Usa, siano oggi caratterizzate da sfidanti decisamente anziani. Sanders ha 78 anni, Biden ne ha uno in meno, Bloomberg coetaneo di Sanders e la Warren ne ha 70

E tutti contro il giovane Trump che ne ha 73.