Quando le verità scottano spesso si decide di nasconderle, di insabbiare tutto accampando le scuse più meschine. E la verità sulla strage di Ustica “potrebbe fare male all’Italia”. Questa in sostanza è l’ultima presa in giro, ovvero la risposta incredibile di Palazzo Chigi a Giuliana Cavazza, presidente onoraria del comitato “Verità per Ustica” e figlia di una delle 81 vittime del Dc9 dell’Itavia Bologna-Palermo precipitato sul Tirreno il 27 giugno del 1980. Motivo per cui il segreto di Stato sui documenti del Sismi provenienti dal Libano dovrà permanere per altri 8 anni.

Conte-Mattarella-Imago

Da quella tragedia sono passati quarant’anni e circa due mesi fa le istituzioni hanno ricordato un anniversario che per le famiglie coinvolte è sempre più doloroso. Anno dopo anno infatti, la verità appare sempre più lontana. E quelle istituzioni, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al premier Giuseppe Conte che lo scorso 27 giugno hanno richiamato – solo a parole naturalmente visto il risultato – alla necessità di scoprire cosa c’è stato dietro uno dei drammi più gravi vissuti dal nostro Paese – e di tante altre stragi che hanno insanguinato l’Italia – oggi le stesse autorità dello Stato hanno vergognosamente negato l’accesso a quei documenti che forse contribuirebbero a rendere giustizia ai tanti morti.

Il mantenimento della classificazione “segretissimo” per altri 8 anni è stata confermata da Giuliana Cavazza De Faveri, presidente dell’Associazione per la verità su Ustica che aveva scritto a Palazzo Chigi affinché fosse tolto il segreto di Stato su alcuni dossier relativi al disastro: «La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (Dis), mi ha formalmente comunicato, nella mia qualità di Presidente della Associazione e figlia di una delle vittime, che rimangono segretati i documenti relativi alla attività del Sismi a Beirut a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del 900, sui quali a suo tempo fu apposto il segreto di stato dal colonnello Stefano Giovannone, permanendo ‘l’idoneità ad arrecare in caso di divulgazione un grave pregiudizio agli interessi essenziali della Repubblica».

Il colonnello Giovannone  è stato capocentro del Sismi in Libano dal 1973 al 1982 e nei giorni precedenti all’abbattimento dell’aereo avrebbe più volte avvertito di pericoli riguardanti l’Italia. Ora il segreto di Stato dovrebbe durare al massimo 30 anni, tuttavia per i documenti in questione gli omissis sono parecchi. E anzi, come sottolineato dalla risposta data dalla presidenza del Consiglio alla rappresentante delle vittime di Ustica, il segreto continuerà almeno fino al 2029: “Rendere pubbliche le carte arrecherebbe un grave pregiudizio agli interessi della Repubblica”. E se non si trattasse di una tragedia una risposta del genere da parte delle autorità avrebbe il sapore di una farsa. Insomma, la vergogna di Stato prosegue e non si sa fino a quando.

Tuttavia Giuliana Cavazza non è certo sorpresa della risposta: “Me l’aspettavo, ma in sostanza, visto che il segreto scadrebbe nel 2029 basterà mettere una firma per rinviare ancora di quinquennio in quinquennio. Bisognerebbe vivere come degli Highlander. Ma non ci diamo per vinti”.

“La mancata divulgazione di quegli atti – ha spiegato ancora Cavazza – consente la continuazione di una insistita pubblica mistificazione di quello che accadde quel 27 giugno con fantasiose ipotesi di battaglie aeree mai avvenute e missili mai lanciati, come autorevolmente accertato nella sentenza penale passata in giudicato che ha assolto con formula piena (il fatto non sussiste) i generali della Aeronautica dall’accusa di depistaggio. Valuteremo le prossime iniziative da intraprendere, eventualmente anche al Tar, ritenendo inaccettabile che il Dis valuti che la dichiarazione contenuta nella mia istanza di avere un interesse qualificato e specifico alla conoscenza di tali documenti anche per motivi di giustizia, non risulti sufficiente all’accoglimento della richiesta di accesso pur riconoscendo e dando atto dell’elevato rilievo morale delle finalità che la ispirano”.