SUL CONTROLLO DELLE ARMI E’ DI NUOVO POLEMICA
C’erano 23 fucili nella stanza al 32° piano dell’hotel Mandalay Bay di Las Vegas, dalla quale il 64enne Stephen Paddock ha sparato uccidendo almeno 59 persone e ferendone altre 529. Inoltre, sempre la polizia, ha fatto sapere che nella casa di Paddock, a Mesquite, a due ore di distanza da Las Vegas, gli agenti hanno trovato altre 19 armi. Non solo. Nella abitazione del folle omicida sono state rinvenute parecchie munizioni e dell’esplosivo. Da parte delle autorità locali si viene a sapere che non era possibile prevenire il folle gesto dato che Paddock si era sempre comportato normalmente e nulla poteva insospettire le forze dell’ordine.
E come accade puntualmente in queste terribili circostanze in America si torna a parlare di legge sulle armi, delle facilità di acquisto. Argomento delicato per il presidente Donald Trump che deve la sua elezione anche al sostegno della potente lobby delle armi. Infatti sulle questione ha tagliato corto e ai cronisti ha detto che della legge se ne parlerà più avanti. Ma dall’opposizione i democratici incalzano insistendo sulla necessità di una svolta che miri ad una nuova regolamentazione in grado di rafforzare la sicurezza sulla vendita delle armi dopo questa ennesima carneficina. Ma le difficoltà per un cambio di rotta sono tante, troppe. Oltre agli enormi interessi che stanno dietro al commercio delle armi va considerato il retaggio culturale estremamente radicato negli Usa: per l’americano medio avere una pistola a portata di mano rientra nella normalità, la storia a stelle e strisce lo insegna. E appunto per questo qualora Trump decidesse di rivedere la situazione non è escluso che la sua base elettorale reagirebbe malissimo. Non parliamone poi dei costruttori di armi.
Dalle ultime notizie il killer potrebbe essersi suicidato prima dell’arrivo della polizia come altrettante ombre al momento rimangono sul movente. Ad assistere al concerto di musica country c’erano oltre 20mila persone.
Rimangono inoltre forti dubbi in merito alla rivendicazione dell’Isis che attraverso l’agenzia Amaq avrebbe rivendicato la strage di Las Vegas. In un comunicato si legge che l’autore è uno dei “soldati” del califfato, che si era convertito mesi fa all’islam. Ma al momento nelle indagini non sono emersi legami con gruppi estremisti da parte di Paddock.