Il Rosatellum bis, la nuova legge elettorale, ha ricevuto dal Senato il definitivo via libera. Dopo la forzatura della fiducia alla Camera l’ altro giorno nuovo tour de force dei cinque voti di fiducia che l’Aula di palazzo Madama ha di fatto concesso fra le proteste dei grillini che si sono fatte sentire anche in piazza.
E adesso che c’è questa legge raffazzonata e per molti versi balorda che favorisce inciuci di ogni sorta parte la campagna elettorale in cui se ne vedranno di belle prima ma soprattutto dopo l’esito delle urne quando assisteremo alle solite vergognose ammucchiate alla conquista di tutto il conquistabile. Tutti i parlamentari andranno ad elemosinare nelle rispettive segreterie alla disperata ricerca di un collegio sicuro che possa così garantire la rielezione. Questo è ciò che conta per i nostri politici: la sedia che fa intascare parecchi soldi senza fare nulla. Il resto sono chiacchiere.
Ma il fatto più curioso della giornata è un altro: la legge elettorale è stata appena votata e già qualcuno ha cominciato a riposizionarsi saltando il fosso pronto a cambiare casacca. A cogliere tutti in contropiede non è uno qualsiasi perché si tratta del presidente del Senato Pietro Grasso che nelle ore scorse ha rassegnato le dimissioni dal gruppo del Pd passando al Misto, per il momento. Perché l’obiettivo del presidente, come raccontano i bene informati, sarebbe quello di entrare a breve nelle fila dei bersaniani dell’Mdp dove gli sarebbe stato promesso un seggio sicuro. Al di là delle scelte e degli interessi personali è davvero imbarazzante vedere tra i voltagabbana la seconda carica istituzionale dello Stato che oltretutto in varie occasioni aveva criticato severamente i troppi passaggi da un partito all’altro da parte di tanti parlamentari.
Difficile ora immaginare il peso delle ripercussioni che potrebbero riversarsi sul Pd causate appunto dallo strappo provocato dall’ex magistrato. Al momento è certo che Grasso si è sempre mostrato contrario al voto di fiducia imposto da Renzi con il quale non ha mai avuto particolare sintonia. Non solo. Pare che abbia votato no alla legge elettorale mentre qualcuno al Nazareno mostra insofferenza e invita a questo punto Grasso a lasciare anche la presidenza del Senato, visto che lo scranno più importante, fino a prova contraria, gli è stato concesso dal partito al quale lui ora volta le spalle.
Come sempre in questi casi c’è chi esulta dell’abbandono di Grasso, come Roberto Speranza, del Mdp, che lo attende a braccia aperte tra le fila dei fuoriusciti dem, e chi invece come i 5 Stelle si indigna facendo leva sulla incoerenza del presidente del Senato che alla fine ” tradisce” il proprio partito.