Dai movimenti studenteschi ai no global dei centri sociali pronti a sfasciare e a muovere le mani, dai girotondi pseudo-rivoluzionari al popolo viola del “bella ciao”. Dai pacifisti dell’arcobaleno ai gretini in difesa dell’ambiente.  E ora ci aggiungiamo anche le sardine per completare il quadro.. per il momento in attese di altre trovate sinistrorse. Nel tempo hanno usato vari travestimenti simulando la lontananza da qualunque appartenenza partitica ma la mascherata è crollata sempre in brevissimo tempo: è tutta roba della sinistra a corto di idee alla perenne ricerca di un punto di forza, di una identità perduta tra interessi di casta, banche e salotti radical chic.

E ora ne vediamo i risultati. I dem ormai allo sbando e privi di una vera leadership non riescono a imporre una loro agenda che non sia fatta di “anti” qualcosa. E la destra, naturalmente, passa all’incasso mentre il governo dell’inciucio traballa pericolosamente. L’irrilevanza quindi del Pd e della sinistra in generale unitamente alla altrettanta marginalità di Forza Italia logorata da una inguaribile litigiosissima interna offre uno squarcio drammatico del panorama politico.

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Da sempre a contraddistinguere l’essenza che muove i movimenti di piazza – che si propongono sulle prime privi di in partito di riferimento quando in realtà così non è – sono la rabbia, l’odio, la voglia di vendetta contro il nemico che vogliono togliere di mezzo. Movimenti che sostanzialmente hanno alla fine la caratteristica di diventare una sorta di braccio armato della sinistra salottiera che anche questa volta ci riprova con le sardine.

Come un tempo assistevamo ai cortei di protesta, ai cosiddetti sit antifascisti che inveivano contro Berlusconi oggi a muovere lo spirito di autentica e inaudita intolleranza delle sardine è la rivolta contro lui, il nemico da abbattere in ogni modo: Salvini. E per questo hanno chiamato a raccolta tutta la gente che odia il capitano. Dunque i conti tornano, la politica sinistrorsa non smentisce se stessa: sempre e comunque “anti” qualcosa o qualcuno. Tutto questo, naturalmente, ammantato puntualmente di un insopportabile finto pacifismo.

Dopo Bologna sono scesi in piazza a Modena con il loro “bella ciao” in maniera non violenta, così hanno ripetuto in ogni occasione gli attivisti quando in verità sono una bomba ad orologeria pronta ad esplodere alla prima occasione. Guarda caso si è trattato di un’altra tappa anti Salvini, naturalmente, poichè il leader della Lega si trovava appunto a Modena per proseguire il tour de force in vista delle elezioni regionali in Emilia Romagna in programma per il prossimo mese di gennaio.

Secondo le prime stime sarebbero circa settemila le persone che hanno raggiunto la piazza del centro storico di Modena. Una massa apparentemente perbenista che tenta così di ridare slancio a una sinistra ormai allo sbando scagliandosi contro la destra populista che, a detta delle sardine, semina la politica dell’odio.

Ora è davvero strano che le sardine sostengano questo perchè è proprio l’odio che fa parte invece del loro dna. L’odio viscerale  contro qualcuno è il vero collante che alimenta e unisce questi manifestanti. L’odio quindi nei confronti di Matteo Salivini, l’uomo che deve essere fermato, l’uomo da contrastare, da togliere di mezzo. L’ipocrisia dunque di questa gente è venuta subito a galla. Altro che pacifismo e correttezza sociale. E’ bastato sentire gli insulti che correvano tra i “casti” pesciolini in scatola e si è avuto subito l’idea di chi ci si trova di fronte. “Salvini è una minaccia per l’Emilia Romagna e per l’Italia”. “Meglio se si sparasse”. “Merita di morire a testa in giù quel maledetto fascista”. Sorprendente e inquietante: sarebbero queste le frasi che animano il pacifismo sotto-sale? Sarebbero queste le anime belle scese a presidiare la piazza contro chi semina odio?

Ripetono di essere lontani dai partiti ma intanto tra un “bella ciao”, pugni chiusi e frasi che di pacifico non hanno proprio nulla l’appartenenza, le simpatie  politiche sono evidenti. Combattono il sovranismo e non vogliono consegnare la regione, da sempre la roccaforte super rossa, al Capitano diventato il bersaglio di ogni peggiore invettiva. Dicono di non fare politica – quello che stanno facendo cos’è? – e intanto combattono carichi di livore l’avanzata leghista che macina consensi.

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Che dire poi dell’ambiguità del giovane leader delle sardine, Mattia Santori, vicino ai dem che come tutti i suoi coetanei è  sempre sui social – e infatti proprio attraverso la rete è nato il movimento – ma davanti ai giornalisti ostenta rettitudine e lealtà condannando duramente i social quando, dice sempre lui, vengono utilizzati per fare politica. Perchè tanta falsità visto che le sardine sono nate invece proprio dalla rete? Non solo. Il ragazzo promette che il suo movimento non si trasformerà in un partito e di voler stare lontano dalla politica. Altra balla colossale perchè non è così. Anzi, dimostra di avere le idee chiare per il proprio futuro: si candiderà, per ora non sa con chi e quando ma di certo si candiderà. E di sicuro a sinistra un posto lo troverà certamente. Del resto il ragazzo è sveglio dato che è riuscito a riempire una piazza nel giro di qualche ora, cosa che il Pd non riesce più. A fare il pienone erano bravi i grillozzi ma ormai anche loro si stanno inesorabilmente estinguendo dopo aver dimostrato la loro vera natura di trasformisti incollati alla poltrona e innamorati del palazzo che avevano promesso di aprire come una scatola di tonno.

Santori diventa così il nuovo Mario Capanna – l’esponente storico dei movimenti studenteschi degli anni ’60 – che a sbraitare nei cortei nella nebbiosa Milano con tanto di  megafono si è guadagnato una poltrona in Parlamento che gli ha reso parecchi denari alla faccia degli operai e dei disoccupati che il guru sessantottino diceva di difendere.

SUOR GIULIANA GALLI

Ma non è finita. Il popolo delle sardine non si fa mancare nulla. Tra gli aficionados c’è anche suor Giuliana Galli pronta a sfidare Matteo Salvini. Ex vice presidente della Compagnia di San Paolo e motore della onlus Mamre che lavora con rifugiati e richiedenti asilo la pasionaria col velo ha aderito sin da subito al movimento nato a Bologna per contrastare lo tsunami della Lega propagatosi nel Paese.

“Mi piace il pensiero di questi giovani che vogliono contrastare un certo modo di pensare pugnace e violento”, ha detto la sardina in nero e si è detta pronta a scendere nuovamente in piazza mentre il leader della Lega non lo vuole neppure nominare. Poi la religiosa ne spara un’altra facendo alla fine il verso al resto della piazza incattivita sostenendo che “qui non c’entra l’appartenenza ai partiti, il buono del movimento è il pensiero di parole dette bene, in connessione con i diritti umani riconosciuti a tante persone che sono sul nostro territorio e che fino ad oggi sono state piuttosto silenziose”. Tutto bello e ovattato, una immagine quasi idilliaca quella presentata dalla monaca. Peccato però che non sia così. Evidentemente l’odio  espresso a chiare lettere contro il nemico Salvini, l’uomo da distruggere, la suora non lo ha sentito. Oppure ha finto di non sentire. O, altrettanto possibile, è che pure lei abbia partecipato al coro di invettive e che davanti ai cronisti presenti, come hanno fatto del resto gli altri, abbia voluto mostrare il solito volto buonista politicalmente corretto.

Ora al di là di tutto diciamo che non passa giorno che avversari, radical chic sinistri ed esponenti religiosi – ultimo esempio il citato caso della suora diventata sardina – non insultino l’ex ministro dell’Interno con parole pesanti e violente. Ed è curioso che fatti di tale gravità non destino mai la benché minima indignazione proprio da parte di coloro che da settimane si battono per istituire una commissione contro il dilagare dell’odio nel Paese. Evidentemente anche l’odio ha un colore politico: se l’odio è rivolto contro chi non è di sinistra si lascia perdere, si fa spallucce mentre se l’odio è rivolto a chi appartiene alla sinistra allora si scatena la caccia e il colpevole va perseguitato, condannato, abbattuto. Magari a testa in giù come si augura qualche sardina.