Il piano di sicurezza deciso da Minniti funziona.
Fermate oltre un centinaio di “teste calde”
Tutto è filato liscio. Il ministro dell’Interno Marco Minniti lo aveva promesso alla vigilia delle celebrazioni del 60° dei Trattati di Roma e così è stato. Non sono stati tollerati atti di violenza che potevano degenerare nella guerriglia urbana che troppo spesso ha visto intere città distrutte da invasati e disadattati privi di qualsiasi riferimento culturale. Ma il diritto di manifestare pacificamente è stato garantito. Per ora la fermezza ha pagato e gli attimi di tensione registrati a metà pomeriggio sono stati immediatamente soffocati sul nascere dall’imponente schieramento delle forze dell’ordine.
Lungo il percorso programmato in cui era atteso il corteo Euro-Stop, da piazza Porta San Paolo a piazza bocca della Verità, sono stati rinvenute una serie di spranghe di ferro e altro materiale da guerriglia urbana che sarebbe finito nelle mani di scellerati devastatori pronti a infiltrarsi in qualsiasi manifestazione per poi passare alla folle azione distruttiva. Non a caso molti negozi ubicati nelle zone interessate al passaggio dei manifestanti hanno deciso di abbassare le serrande per buona parte della giornata o di riparare addirittura le vetrine con assi di compensato per prevenire eventuali danni mentre già la sera precedente era scattato il divieto di sosta per le auto.
Il sistema di monitoraggio a tappeto predisposto dal Viminale ha permesso inoltre di intercettare un furgone, alla guida un uomo di Lecce, uscito dal casello autostradale e diretto in città. A bordo gli agenti della Polizia hanno rinvenuto coltelli e maschere anti-gas. Contestualmente oltre un centinaio sono state le persone portate in Questura e identificate per essere poi rilasciate. Gli agenti sono inoltre riusciti a individuare sette black bloc, sicuramente intenzionati a insinuarsi tra le fila del corteo Euro-Stop, immediatamente allontanati dalla capitale dove non potranno tornare per parecchio tempo. Mentre è stata prontamente bloccata una pericolosa incursione di facinorosi francesi, subito rispediti Oltralpe, che in treno stavano raggiungendo la stazione Termini.
La guardia rimane comunque alta anche nelle prossime ore. Non ci si può permettere nessuna distrazione.
Il ministro dell’Interno Minniti, unitamente a Polizia, carabinieri e uomini dei servizi di intelligence, hanno messo a punto un piano che ha funzionato. Un sistema di controlli a tutto campo predisposto per gestire non solo i momenti celebrativi come la partecipazione di 40 tra capi di Stato e di Governo ma anche migliaia di manifestanti.
Insomma, un fine settimana che ha visto una Roma blindata con uno spiegamento di forze senza precedenti.
Sono operativi 5 mila uomini, centinaia di telecamere sono state posizionate per avere sotto controllo le parti della città ritenute a maggior rischio, una quarantina i varchi di accesso presidiati, droni per il controllo dall’alto, tiratori scelti sui tetti.
Non solo. Già nei giorni scorsi sono scattati controlli sulla rete visto che l’esperienza insegna: i violenti utilizzano soprattutto i social per organizzarsi e mettere a segno i loro raid bellicosi. E per rimanere in tema di violenza le forze dell’ordine hanno rinvenuto nel quartiere Testaccio, nelle vie interessate al passaggio del Corteo Eurostop, parecchie casse di limoni debitamente accatastate in angoli delle strade che solitamente sfuggono all’attenzione. Casse che con certezza sono state sistemate dai balordi esaltati pronti a scagliare l’attacco e compiere lo scempio. Casse che sarebbero servite come protezione da possibili lanci di lacrimogeni e dalle cariche delle forze dell’ordine.
Altro giro di vite voluto da Minniti riguarda l’abbigliamento: durante i raduni, sit-in e altre manifestazioni sono stati vietati caschi, cappucci e altro vestiario come il passamontagna in grado di rendere irriconoscibile chi lo indossa. Naturalmente saranno severi i controlli in borse e zaini in questo caso come prevenzione a eventuali attacchi terroristici.
Nel merito non va dimenticato che resta alto l’allarme terrorismo islamico, soprattutto dopo i fatti di sangue che hanno colpito mercoledì scorso Londra.