Che l’Italia sia uno Stato laico è un’ovvietà, salvo che la sinistra se ne accorga solo quando la chiesa non le dà retta, perché sul resto, tipo braccia aperte scriteriatamente, il fatto diventa marginale, dopodiché la realtà sul tema Zan, è che c’è ben altro a cui pensare di più urgente visto che la legge Mancino funziona bene e non siamo in vacatio legis, punto.

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Insomma con tutti i problemi enormi che viviamo una scala di prevalenza dovrebbe essere il minimo del buon senso, ecco perché Draghi è stato giustamente rapido e diretto sulla questione diventata solo un tormentone.

Su tutto il resto siamo più realisti e meno ottimisti, sia per i vizi del Paese sia perché troppe volte l’eccesso di entusiasmo si è trasformato in delusione e con ragione, per farla breve il governo dovrebbe sapere bene come sia messa l’Italia rispetto all’Europa e rispetto alla necessità di crescita strutturale che abbiamo.

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Innanzitutto sul Recovery, siamo tra i soli 3 paesi della UE ad aver chiesto l’intero finanziabile, per noi 190 miliardi circa, di cui in realtà a fondo perduto solo 25 perché siamo un contributore netto del consesso, come noi solo Grecia e Portogallo hanno chiesto tutto e poi che siamo arrivati a superare il 160 percento del debito sul PIL, una enormità.

Dopodiché abbiamo già scritto che la previsione di una crescita quest’anno e il prossimo del 4,5 percento è fisiologica e non straordinaria, perché dopo una chiusura forzata di 18 mesi era ovvio che il pil schizzasse all’insù, grave sarebbe stato il contrario, dunque nulla di eccezionale se questa crescita non restasse significativa negli anni successivi.

Ed è qui che arriva il nodo dolente e permanente, affinché la nostra crescita possa diventare strutturale, insomma duratura e buona, bisognerebbe che il Sistema Paese subisse un cambiamento che non c’è e non si vede con le proposte di “riforme” che girano e si sentono citare.

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Parliamoci chiaro riformare il fisco con l’abbassamento di un punto di qualche aliquota Irpef è a dire poco ridicolo, non tanto per il risparmio fiscale a vantaggio dei contribuenti che sarebbe un aggravio per le casse pubbliche, parliamo di un po’ di miliardi, ma per l’approccio in quanto tale.

il fisco dovrebbe ribaltarsi, ecco perché la flat tax andrebbe bene salvo adattarla, come andrebbe bene l’inversione dell’onere della prova, la modifica della riscossione, “umana” anziché “strozzina”, per non parlare delle addizionali, dei giudizi tributari, dei diritti del contribuente e della semplificazione assoluta del calcolo e del pagamento, insomma il fisco dovrebbe diventare un pianeta nuovo, per questo prima della riforma servirebbe una pace fiscale tombale.

Una pace tombale dei cittadini col fisco, sarebbe l’unico modo per ripartire sul chiaro e sul pulito, per non dire che offrirebbe il destro al ripristino sia della fiducia reciproca fra stato e contribuente e sia di quella generale, senza la quale ogni ripresa è difficile che sia, oltretutto consentirebbe di incassare una cifra considerevole rispetto al dubbio sul totale, insomma la pace fiscale sarebbe indispensabile.

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Del resto scusate che fisco nuovo e semplice, potrebbe esserci con decine di milioni di cartelle in giro, pensate solo ai ricorsi, agli insoluti, pensate al casino delle rate e delle sovrapposizioni con le rottamazioni, pensate al problema delle rate pregresse sommate alle correnti, un ginepraio folle che servirebbe solo e servirà solo ad aumentare i contenziosi, la guerra e l’acrimonia col fisco e con lo Stato, oltreché a sottrarre liquidità a sfavore dei consumi e degli investimenti, inconcepibile non farla.

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Dulcis in fundo la giustizia e la burocrazia, quelle che girano non sono riforme, siamo sinceri sono parzializzazioni, ma di parzializzazioni fino ad ora ce ne sono state perché nessun governo ha avuto il coraggio di riformare davvero la giustizia, la P.A. e il sistema statale e assistenziale, fino ad ora solo pannicelli caldi ecco perché continuiamo a sprofondare e in Europa siamo sempre ultimi.

Per non parlare della spesa pubblica e degli sprechi, per enti, aziende, municipalizzate, organismi e per una montagna di stipendi pubblici regalati, inutili e dannosi che andrebbero eliminati, anziché il contrario fatto di assunzioni a gogò con la scusa che da noi lo Stato non funziona perché c’è poco personale.

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Che in Italia l’apparato statale sia sottodimensionato è blasfemia, una follia che ci vuole una faccia tosta grande davvero, è vero il contrario è tutto o quasi pubblico, da noi direttamente e indirettamente c’è troppo Stato, c’è troppa spesa per pagarlo, ecco perché il fisco è affamato altroché evasione che pure c’è e va combattuta seppure con armi diverse dalla scemenza del contante e dei controlli da KGB e da tortura cinese.

Occhio all’ottimismo da recovery, perché se è vero che c’è Draghi è anche vero che ci sono i grillini, i comunisti, i cattocomunisti che ci hanno rovinato, che hanno bruciato 170 miliardi senza che il paese se ne accorgesse, che le leve del Paese sono in mano agli stessi, dunque dove sarebbe il cambiamento? Dove sarebbe la prova del nuovo? Dove sarebbe la certificazione dell ‘approccio diverso, più liberale, garantista, meno pauperista, forcaiolo e tassatore? Semplicemente non c’è e a dirla tutta per il momento è solo gattopardo con l’aggravante di un centrodestra complice e incapace che c’è ma non si vede, mentre chi vivrà vedrà.

Evviva la libertà, la democrazia, abbasso il fascismo e abbasso il comunismo.

Alfredo Mosca