Se domandiamo a un uomo qualunque, un tranquillo italiano che lavora e non si occupa particolarmente di politica, se in Italia si può andare in prigione senza un processo, quasi sicuramente vi risponderà di no, senza essere prima dichiarati colpevoli non può venir tolta la libertà a noi cittadini di uno stato liberale. Se gli chiedete se il giudice in luogo di essere terzo, equidistante, tra accusa e difesa, può invece appartenere alla stessa corporazione della pubblica accusa, presumibilmente sosterrà che no, il giudice deve essere davvero super partes. Se gli ponete il quesito se l’operato di un magistrato debba essere valutato solo dai colleghi magistrati e non anche dagli avvocati e professori di diritto che siedono negli organi comuni, dirà verosimilmente di no, tutti devono poterlo valutare, perché il giudizio sia obbiettivo. Se poi lo interrogate sulla possibilità che un amministratore eletto, un sindaco, venga automaticamente rimosso dalla carica, anche senza essere stato ancora giudicato colpevole in tutto l’iter giudiziale in tre gradi, di nuovo è presumibile che vi risponda di no, è necessaria la ragionevole certezza della colpevolezza per annullare una scelta elettorale. Se infine gli chiedete se sia giusto che si possa essere candidati al massimo organo della magistratura, solo con l’appoggio di un gruppo che raccolga delle firme sul tuo nome, il che può spingere i magistrati a dividersi e ad unirsi in correnti politicamente organizzate, probabilmente vi dirà che no, i magistrati devono essere il più possibile imparziali e indipendenti.
Tutte le convinzioni e le attese di questo comune cittadino, sarebbero insomma logiche e dimostrerebbero una chiara consapevolezza dei principi dello stato di diritto, con valutazioni perfettamente in linea con le regole della democrazia, perché le cose che lui si immagina, sono proprio come dovrebbero davvero essere in uno stato civile e ben ordinato. Purtroppo però non è affatto così, le attuali leggi e assetti politico istituzionali Italiani, sono ormai così profondamente deteriorati da non corrispondere più ad una giustizia degna di una democrazia liberale. Anzi all’opposto, mai, dall’unità d’Italia in poi un cittadino è stato così esposto agli eventuali arbitrii di una magistratura requirente onnipotente e praticamente non soggetta a nessun controllo di legittimità e a nessuna sanzione anche in caso di colpa. L’unico esempio possibile di tale malagiustizia è quello, riferito almeno ai casi politici, del ventennio fascista, che però non pretendeva certo di essere liberale. In nessun paese dell’occidente la carcerazione preventiva è così estesa come in Italia ed in maniera poi così ingiusta, visto che in media la metà dei “carcerati preventivi” viene poi riconosciuta innocente, quando il danno terribile della galera è però ormai fatto.
In nessun paese dell’occidente i magistrati sono così al di sopra delle leggi da risultare praticamente intoccabili. In nessun paese dell’occidente il funzionamento stesso della democrazia è così condizionato da una corporazione non elettiva. I referendum proposti da Lega e Partito Radicale, vanno proprio nel senso di restaurare lo stato di diritto, di ottenere almeno un principio di svolta verso una “giustizia giusta”, di levare la cappa di intimidazione permanente, magari non voluta ma esistente, sui partiti e la loro attività. E il referendum è davvero l’unica possibilità di cambiare la situazione, perché il parlamento intimidito e pressato da esecutivo e giudiziario, non è più in grado di farlo, anzi proprio dal referendum potrebbe venire l’inizio del suo riscatto. I poteri forti che non vogliono perdere il loro abusivo potere, questo lo sanno e cercano perciò di tenere tutto accuratamente sotto silenzio, per loro bisogna che radio, televisioni, giornali, parlino il meno possibile del referendum, perché se invece se ne parla è probabile che i cittadini riflettano e si accorgano dello stato di libertà solo provvisoria in cui sono in realtà tenuti e vadano a votare in massa per recuperare le garanzie di legge alla loro libertà.
Peccato che non tutto il centro-destra si sia reso pienamente conto dell’importanza della posta in gioco, se Forza Italia ha fatto subito fronte comune con la Lega, FDI si è invece ripiegata su un conservatorismo che non è quello anglosassone, che pone la libertà al primo posto, ma quello un po’ bigotto di chi non sa e non vuole cambiare, dato che, e lo dico con dispiacere perché sono sempre stato vicino alla destra politica, dire no alla limitazione della carcerazione preventiva è un errore storico. Occorre rendersi conto dell’importanza della scelta e cercare di riparare alla vera e propria censura mediatica, perché se tutto passa sotto silenzio, in pochi andranno a votare ed i contrari alle proposte referendarie, potranno abusivamente unire i loro voti ai tanti che, disinformati, semplicemente non voteranno, impedendo il raggiungimento di quel quorum del 50% necessario per la validità, quorum che altera in Italia completamente gli esiti referendari, dato che in pratica fa conteggiare anche i disinteressati come contrari.
Al normale assenteismo si è unita insomma la maggiore congiura del silenzio che si sia mai vista in Italia su di una decisione politica del corpo elettorale e che fa riflettere su due importanti aspetti. il primo è che un silenzio così totale non poteva esistere, senza che autorità pubbliche ed industriali privati, direttori ed editori di giornali, proprietari e responsabili di testate televisive, fossero in qualche modo condizionati dalla paura di dispiacere a dei potentati influenti, il che deve farci riflettere sui rischi per la nostra democrazia. Il secondo che questo referendum, data la impossibilità di realizzare l’Einaudiano “conoscere per deliberare” dovrà essere considerato come un punto di partenza, più che di arrivo, perché, se non si otterrà il quorum, il referendum sarà almeno servito a far conoscere a molti italiani che i loro sacrosanti diritti sono calpestati da leggi liberticide e spesso applicate in senso peggiorativo. Sarà almeno servito a ricordare agli Italiani, che se si può facilmente andare in prigione senza processo, è perché una parte della magistratura associata, il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle, sono realtà politiche di estrema sinistra profondamente illiberali, incapaci per loro intima costituzione di capire realmente, fino in fondo, che cos’è una democrazia. E il centro-destra dovrà battersi allora anche per il loro recupero, un grande paese non può avere una sinistra che non capisce i valori della libertà, nostro compito sarà, come ai tempi di De Gasperi, di difenderli anche per loro. Domenica 12 Giugno, tutti al voto per 5 SI .
Giuseppe Basini – Rivoluzione Liberale