Quando chi indaga si ritrova improvvisamente ad essere lui stesso indagato si perde inevitabilmente la rotta che dovrebbe tentare di fare luce su determinati fatti relativi ad una indagine. Inoltre, aspetto altrettanto grave, le istituzioni non ne escono certamente a testa alta agli occhi dei cittadini. Così sull’inchiesta Consip e il resto degli inevitabili risvolti politico-istituzionali che la vicenda si porta dietro si prefigurano giorni di fuoco. Il colonnello dei carabinieri Sergio de Caprio (conosciuto come “capitano Ultimo”) non ci sta ad essere finito nel tritacarne delle polemiche e dice basta con le “gravissime accuse infondate” e pretende un pubblico confronto “per esercitare i diritti di difesa e informazione al cittadino”. L’ufficiale dell’Arma si mette dunque di traverso relativamente alla questione Consip che lo vede direttamente coinvolto. Al centro dell’attenzione la presunta natura dei colloqui intercorsi con il pm di Modena Lucia Musti, le conseguenti dichiarazioni del segretario Pd Matteo Renzi e le successive reazioni del presidente del consiglio Paolo Gentiloni. Insomma, il colonnello vuole sgombrare il campo da ogni sorta di dubbio e da fantasiose ricostruzioni che negli ultimi giorni hanno riempito le cronache.
C’è quindi attesa per il vertice a piazzale Clodio tra i magistrati titolari del fascicolo che dovranno esaminare le “accuse” del procuratore Musti e dall’audizione al Csm degli aggiunti di Napoli sui conflitti sorti all’interno della procura e sulle modalità di conduzione delle indagini da parte del pm Henry John Woodcock.
Intanto Francesco Romito, l’avvocato del colonnello de Caprio, mette le mani avanti e riferendosi al clamore mediatico del caso Consip ed alle gravissime accuse infondate rivolte al suo assistito e ai suoi carabinieri, ritiene giusto “rendersi disponibili ad un pubblico confronto al fine di chiarire dubbi e sospetti su paventate minacce alle istituzioni democratiche ed altre azioni eversive o illecite attribuiteci da diversi parlamentari con istanze al parlamento, dal presidente del Pd, dal ministro della Difesa e in ultimo da parte del presidente del consiglio”. Disponibilità massima perciò, insiste il legale, a un pubblico dibattito dove poter esercitare il diritto di difesa e di informazione mediatico “a prescindere dalle altre iniziative che avranno il loro corso nelle sedi opportune”.
Nelle prossime ore il procuratore Giuseppe Pignatone incontrerà l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi, titolari del fascicolo Consip. Materia del confronto le carte inviate dal Csm contenenti anche il verbale di audizione del procuratore di Modena Lucia Musti nel quale il magistrato definisce il maggiore Giampaolo Scafarto, già indagato dalla procura per rivelazione del segreto d’ufficio e falso, e il colonnello Sergio de Caprio, all’epoca dei fatti comandante del Noe, due “esagitati spregiudicati presi da un delirio di onnipotenza”. Vedremo che sviluppi avrà la scottante faccenda.