Una nuova politica  svolta dai parlamenti di maggioranza e opposizione su scala nazionale e mondiale, non solo deve avere  come obiettivo prioritario quello della soluzione dei problemi sociali, ma anche di sviluppare , di pari passo, i “diritti fondamentali“ tra cui quelli della libertà, democrazia, formazione culturale, religione, filosofia della vita, come bisogno per sé e i propri cari,  diritti naturali e inalienabili. La dignità del lavoro, lo sforzo e l’impegno di un Paese civile di rendere efficace e certa la dignità, con il richiamo continuo ad un meccanismo in grado di rendere sempre più nobile l’attività lavorativa, di esprimere al mondo del lavoro riconoscenza e gratitudine, questo è il principio basilare di un Paese civile, serio, moderno, evoluto.

Il lavoratore è un esempio e modello per tutti i cittadini, per gli adolescenti e i giovani in un Paese moderno, capace di guardare non solo al presente ma anche al futuro, che vale per la maggioranza ma anche per l’opposizione, in grado di puntare ad una economia sociale che non badi solo al profitto di una parte dei cittadini ma alla distribuzione della ricchezza, al suo accrescimento e al benessere di tutti coloro che sono parte della comunità.

La politica “grande politica“ che si è susseguita sino ad ora in Italia, non ha valorizzato e dato dignità ai lavoratori e non ha avuto la capacità creative, proposte e programmi tali da allargare la sfera dei lavoratori, ridurre a zero o vicino allo zero la disoccupazione, la inattività, l’emarginazione dal mondo del lavoro. Non c’è nulla di più tragico, di più nefasto, di più riprovevole, di più angosciante di osservare un lavoratore potenzialmente  capace, operativo, voglioso di essere  utile alla famiglia e alla società, creativo, inattivo, fermo, spento nel corpo e nella mente nelle sue potenzialità. E’ uno spettacolo indegno, indecoroso, triste per se stesso e la comunità.

La “grande politica“ quella  effettuata nel nostro Paese, non si è prodigata ad uno sforzo immane ed inaudito e determinato alla piena occupazione di tanti giovani, di  tanti lavoratori, cacciati dalle aziende in crisi, dalle fabbriche chiuse, che sono fermi e senza lavoro, senza speranza, senza futuro. La solitudine del lavoratore è una sciagura per se stesso e la comunità. Ma la nostra politica sino ad ora, sembra essere stata  guidata dai consulenti o procacciatori d’affari definiti  uomini-cerniera  che popolano il sottobosco economico e finanziario che viene definito l’ambito della loro attività “zona grigia“, che hanno fatto mancare alla gestione dello Stato centinaia di miliardi annui per evasione,  assumendo caratteristiche di un potere monopolistico, insofferente a regole, limitazioni, controlli e concorrenza.

Il macigno in Italia è rappresentato da classi dirigenti impresentabili e sconfitti  perché hanno fallito nel loro compito  socialmente storico. E’ un problema non solo italiano ma di molti altri paesi che,  con il tessuto politico sociale debole, hanno reso possibile la precaria situazione lavorativa e,  per un pensiero di globalizzazione, va eliminato. I giovani, credo, mostrano voglia di cambiare radicalmente e c’è bisogno di avere coraggio e speranza. Un sogno che svanisce al risveglio del mattino? Il tempo ci dirà se matureranno nuovi frutti o se tutto ripiegherà nella rassegnazione.

Aldo   Cisi    Presidente  Movimento  Politico  Italia