Ribaltoni, inciuci, ammucchiate, ingovernabilità assoluta. Questa è la via segnata dal Rosatellum, la legge elettorale dei nominati passata a colpi di fiducia e risultato dell’accordo tra Pd, FI, Lega.
Così Renzi si sta preparando all’appuntamento di marzo della politiche e per vincere è disposto a tutto. Anche imbarcare fuoriusciti e il resto di coloro che aveva fino a poche ore fa snobbato e considerato meno di niente. Tuttavia si farebbe ammazzare piuttosto di rinunciare alla corsa per la conquista di palazzo Chigi, come gli chiede per esempio Gianni Cuperlo, che lo esorta a fare un passo di lato. Uno scambio di vedute che hanno risuonato ieri nel corso della conferenza programmatica svoltasi nel museo ferroviario di Pietrarsa.
Renzi dunque non è disposto a mollare nulla, altro che passo di lato o indietro. Semmai ne fa due in avanti alla faccia di chi lo vorrebbe depotenziare. Del resto le sue parole non lasciano dubbi: nel suo discorso che ha chiuso la tre giorni di lavori ha ribadito che chi vince le primarie è il candidato premier. E questa non è una forzatura, rimarca il toscano, ricordando che tale equilibrio è previsto dallo statuto del partito. Però, astutamente, Renzi non ha voluto dare la stura alle polemiche, e rispondendo a Cuperlo e al resto dei dem che lo vorrebbero fuori dalla corsa alla presidenza del consiglio ha dichiarato che “noi siamo una squadra”, vale a dire che il problema non è chi guiderà il governo ma chi vincerà le elezioni. Ma crediamo veramente a questa nuova immagine accomodante che vuole dare di sé Renzi disposto addirittura a rinunciare alla possibilità di giocarsi la partita per riprendersi le redini del Paese? Non è già forse capitato che abbia fatto promesse che poi non ha mantenuto?
Renzi vuole dunque essere l’unico che decide tutto ciò che deve essere deciso. Figuriamoci se dà retta al Cuperlo di turno che lo vorrebbe relegare in seconda fila. Ma lo vedete Renzi tagliato fuori dalla partita che riguarda la decisione sui nomi dei candidati da inserire nelle liste elettorali o su eventuali apparentamenti da costituire? La posta è quindi troppo alta solo per immaginare una decelerata da parte del segretario che da sempre ha dimostrato una sete di potere insaziabile. Fin dagli inizi si è circondato di scudieri fidati, soprattutto di terra Toscana, che saranno naturalmente ricompensati con posizionamenti sicuri nelle liste. Quelli del partito che invece hanno dimostrato spesso insofferenza alla leadership, una scarsa inclinazione a obbedire al capo potrebbero essere piazzati in collegi nei quali la rielezione rischia di essere piuttosto complicata.