Mentre la terra continua a tremare nel centro Italia si contano i morti che al momento sono saliti a 281 e oltre 400 sono i feriti.
L’ultima scossa, che fa parte di una lunga e tremenda serie di movimenti della terra, ha innescato nuovi crolli ad Amatrice ormai in ginocchio. Tutta l’intensità del dramma di questa terra flagellata dal sisma la si è avvertita anche nelle ultime ore nella tendopoli dove questa povera gente disperata che ha perso tutto ha passato le notti seguenti a quel maledetto mercoledì quando alla prime ore dell’ alba è arrivata la spaventosa scossa di magnitudo 6 che ha letteralmente sbriciolato case, scuole, chiese ed edifici pubblici. Una ecatombe, uno scenario di devastazione e morte che ai primi soccorritori giunti sul posto ha ricordato i tremendi effetti dei bombardamenti.
E tra le macerie ci mancavano gli sciacalli… nell’ultima guerra venivano fucilati sul posto.
Intanto il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza stanziando i primi 50 milioni necessari a fare fronte alle priorità mentre la Procura di Rieti ha aperto una inchiesta con l’ipotesi di disastro colposo. E di queste inchieste tante ne abbiamo viste avviarsi come altrettante ne abbiamo viste arenarsi nel porto delle nebbie. Purtroppo.
Ma veniamo al punto. L’Italia, lo sostengono gli esperti, ha una pericolosità sismica medio – alta per frequenza e intensità dei fenomeni tellurici A questo va aggiunta una vulnerabilità decisamente elevata per la fragilità delle strutture e una altrettanta esposizione significativa per la densità abitativa. Non ultimo non va dimenticata la presenza di uno straordinario patrimonio storico-artistico che il mondo intero ci invidia. Insomma, il nostro Paese è ad elevato rischio innanzitutto in termini di vite umane, in danni alle costruzioni poi e in costi (elevatissimi) a seguito di queste immani catastrofi.
Così dopo sette anni dal terremoto dell’Aquila sulla dorsale appenninica torna il lutto.
Oltre a piangere le vittime il sisma ha ridotto a un cumulo di macerie interi paesi come Accumoli e Arquata del Tronto, oltre ad Amatrice. Una devastazione che poteva essere evitata, o quanto meno notevolmente ridotta nella sua drammaticità, se si fosse acquisita una cultura della prevenzione. Dovrebbe essere istituita come obbligatoria una manutenzione antisismica degli edifici come importante sarebbe avere una mappatura dei territori a rischio. Da qui si formulerebbero nuovi codici e nuovi indirizzi per la realizzazione di costruzioni in grado di reggere ai movimenti della terra. Tra l’altro l’applicazione di una corretta prevenzione costerebbe molto meno rispetto a ciò che lo Stato spende in termini di interventi di primo soccorso dopo i disastri e di quello che si sborsa per la ricostruzione. Ma ben poco viene fatto. In compenso le nostre autorità politiche dalla lacrima facile sono bravissime a sfilare in passerella, a stringere mani e a promettere. Non dimentichiamo cosa è successo da altre parti colpite dal terremoto: a distanza di anni la gente è ancora costretta a vivere in container e prefabbricati vergognosi dove piove dentro.
Allo stesso tempo, ironia della sorte, abbiamo fior di ingegneri esperti in materia che girano il mondo insegnando gli ultimi procedimenti matematici per far rimanere in piedi i palazzi in zone sismiche e qui da noi i politici fanno orecchio da mercante.
In sostanza sappiamo bene come potremmo ripararci da eventi catastrofici ma di fatto non facciamo nulla.
Stranezze nostrane.