Centro-destra e centro-sinistra
si riposizionano e si riorganizzano
in vista delle probabili elezioni anticipate
e della inevitabile scissione Pd
di Domenico Ricciotti
Tutti gli studi di politologia, tutti i politologi e le esperienze empiriche (ovvero le tornate elettorali) ci spiegano come le elezioni si vincano al centro dello schieramento politico. La spiegazione è semplice: il corpo elettorale per larga misura è moderato, le ali estreme sono una minoranza, anche se cospicua, alla quale si deve sempre sommare una parte maggioritaria dello schieramento moderato, altrimenti non si riesce a vincere le elezioni e a governare. Tuttavia, come per ogni regola, vi sono alcune eccezioni, come per gli USA nel caso di Ronald Reagan negli anni ottanta del XX secolo e oggi per Donald Trump. Questo capita spesso nei momenti di crisi, economica o politica.
Tradotto in soldoni, la situazione italiana, già attraversata da una crisi economica devastante e duratura nel tempo, con una perdita di sovranità delle istituzioni italiane e favore di quelle europee, viste come usurpatrici da una fetta consistente dell’elettorato, che assiste attonito e silente alla crisi di rappresentatività che attraversa il mondo della politica nazionale almeno dal 1992 fino ad oggi, è molto complicata e politicamente non facile a risolversi.
Da una parte vi è un Centro-destra in crisi di leadership, con un Berlusconi ancora senza una agibilità politica per il disposto di alcune sentenze, logorato sul fianco destro sia da una Lega Nord aggressiva, guidata da un Salvini con atteggiamenti da tribuno demagogo, che però parla alla pancia della gente, così come il partito della Meloni, Fratelli d’Italia, sempre su posizioni intransigenti. Il capo di Forza Italia ha reagito con una sfida alla sfida: sul fianco destro ha favorito l’unificazione di due schegge della diaspora di Alleanza Nazionale, La Destra di Storace e Azione Nazionale di Alemanno, con la costituzione del Movimento Nazionale per la Sovranità. Con questo nuovo soggetto Fratelli d’Italia dovrà cercare di accordarsi, ricomponendo di fatto la vecchia Alleanza Nazionale per recuperare quel consenso del 13/15% che era il lascito del ex partito di Fini, il quale non potrà più giocare alcun ruolo, visti i problemi dei suoi familiari con la giustizia. Ma il vero problema per Berlusconi non è solo il rapporto di concorrenza con la Lega Nord, ma è soprattutto quello di recuperare quella larga fetta di elettorato di centro che ormai naviga a vista ed è senza un riferimento politico degno. Forza Italia ha perso la sua forza di attrazione, quindi si devono utilizzare nuovi soggetti più credibili per portare al successo questa operazione: ovvero i centristi vicini idealmente al Centro-destra.
Non resta che l’UDC di Cesa che si può proporre come il motore in grado di attrarre le infinite schegge sparse dell’implosione del Centro in Italia, soprattutto del Centro moderato che guarda a destra. E, infatti, è già iniziata una manovra di riaggregazione della ex galassia democristiana moderata. Se avrà successo, si vedrà. Ma la corsa al Centro è partita.
Di converso lo stesso sta accadendo a sinistra. Il PD, ormai prossimo alla formalizzazione della scissione della sua ala sinistra ex comunista, ex PDS, ex Ds, dovrà necessariamente riposizionarsi, per non perdere ulteriore consenso a sinistra, su posizioni più radicali, ma questo riposizionamento sull’estrema comporterà un abbandono, almeno parziale, dell’area di Centro, per intendersi quella cattolica ex democristiana di sinistra. Allora, anche Renzi, che punta a primarie in tempi rapidi, seguite da un congresso lampo, che porti poi alla caduta del governo Gentiloni e ad elezioni anticipate tra settembre e novembre, deve necessariamente escogitare una strategia, e non una tattica, per presidiare la zona centrale dello schieramento politico, per sperare di vincere le prossime elezioni. Allora ecco che si rinsalda il rapporto con Alfano e i suoi fedelissimi, ovvero quello che resterà del NCD dopo l’ultima fuoriuscita, ma che sia in grado di assorbire, senza troppo discutere, anche i verdiniani di ALA. Operazione che porterà anche in dote quegli elettori moderati che stentano ormai a riconoscersi nel partito di Renzi.
Il riposizionamento al centro è di vitale importanza per i due schieramenti, visto anche il mantenimento della propria identità e forza elettorale manifestati, tra moltissime crisi, dal Movimento 5 Stelle. Alla sinistra del PD si va aggregando una nuova galassia postcomunista: si va da Sinistra Italiana, ai transfughi del PD figli dell’ultima scissione, il gruppo che fa capo a Pisapia dei nuovi ulivisti, e ai fuoriusciti da Sinistra Italiana di Scotto.
Come sta accadendo al Centro-destra, parimenti accade nel Centro-sinistra. Le estreme tentano una difficile aggregazione, ma i maggiori partiti cercano di agire, soprattutto, per occupare con alleati affidabili il centro dello schieramento politico. Se queste azioni avranno successo, non lo possiamo sapere oggi, ma il futuro governo dell’Italia dipenderà moltissimo dalla riuscita di queste strategie politiche sul Centro.