Le istituzioni lo ricordano…

le stesse che lo snobbarono

Foto Roberto Monaldo / LaPresse15-06-2011 RomaPoliticaConferenza stampa dei Radicali Italiani su riforma elettoraleNella foto Marco PannellaPhoto Roberto Monaldo / LaPresse15-06-2011 RomePress conference of the Italian Radicals on electoral reformIn the photo Marco Pannella

Ricorre il primo anno dalla scomparsa di Marco Pannella e chissà lui come se la ride sentendo come le istituzioni lo ricordano con la solita petulante retorica, le stesse istituzioni che nei decenni lo hanno ostacolato, snobbato ignorato ghettizzando di conseguenza il Partito Radicale di cui Pannella è stato l’anima, la guida. Come lo è stato per questo sciagurato Paese che a quel coriaceo abruzzese deve così tanto.

Un Paese  che deve ancora comprendere fino in fondo quanto sia stata importante la sua lotta politica e sociale e quale sia la portata della sia straordinaria eredità che ci ha lasciato. Tuttavia non sarà facile cogliere tutto questo patrimonio umano, intellettivo, politico.

E’ come voler diventare improvvisamente i primi della classe quando si arriva a malapena alla sufficienza.

Pannella è stato un combattente coraggioso in difesa dei diritti, in difesa della democrazia e delle libertà, un provocatore nato che con intelligenza e lungimiranza ha portato avanti tra mille difficoltà  le proprie convinzioni, i suoi principi riformatori. Pannella senza dubbio ha incarnato la vera essenza della cultura liberale, libertaria e laica che è sempre mancata all’Italia attraversata da profonde contraddizioni storico-culturali che hanno inevitabilmente penalizzato un percorso di crescita sociale decisamente svincolato dalle logiche partitiche e religiose.

Oggi sentiamo tanto parlare di “populismo” che sta attraversando l’intera Europa, bene Pannella anche in questo caso aveva precorso i tempi,  era avanti decenni rispetto agli altri: fu il primo a capire, ad avvertire con la sensibilità che lo contraddistingueva di quando  stesse aumentando la distanza tra le reali esigenze espresse dai cittadini e la casta, la partitocrazia. Pensiamo solo ad alcuni passaggi storici importantissimi e che purtroppo molti italiani neppure ricordano o peggio ignorano. Siamo nel 1978  con il referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti su cui i radicali, naturalmente contro le indicazioni di voto di tutti i maggiori partiti, ottennero un formidabile  43,6% di sì. Senza dimenticare poi tappe rilevanti come il divorzio e l’aborto.

unnamedPannella già in tempi non sospetti era quello che noi oggi definiamo un garantista.

Infatti sorprese tutti in contropiede quando decise di difendere personaggi dati brutalmente in pasto all’opinione pubblica come Toni Negri o Enzo Tortora per arrivare in seguito ad alcuni esponenti politici trascinati nell’inchiesta Tangentopoli.

Ricordiamo inoltre la questione degli omosessuali, i tossicodipendenti, i carcerati al centro dell’attenzione di  Pannella sempre al loro fianco  in difesa della democrazia contro i facili giustizialismi spesso  volutamente pilotati dai media di regime.

È stata una persona  veramente onesta, onesta dentro al punto di esserne penalizzato, danneggiato.

In tutte le su battaglie lui la faccia ce la metteva, era sempre in prima linea coraggiosamente infischiandosene  delle possibili conseguenze. Per le sue iniziative Pannella ha messo in gioco addirittura il proprio corpo. Quante volte lo abbiamo visto sofferente, provato dai numerosi digiuni e  nonostante tutto incredibilmente combattivo.

Ricordiamo poi le scene, ormai da repertorio,  mandate in onda dalla televisione riguardo gli interventi delle forze dell’ordine sugli arresti per disobbedienza civile o le innumerevoli visite nelle carceri che Pannella fece per tutta la sua vita. Mai infatti dimenticò la grave condizione in cui versa la realtà penitenziaria.

Aspetto curioso è che come vero avversario Pannella non ebbe tanto gli ambienti ecclesiastici ma piuttosto le convinzioni severe e fortemente ideologiche che caratterizzavano il credo del  Partito Comunista.

In merito al Partito Radicale a metà anni ’80 Pannella con lungimiranza propose la trasformazione del partito in forza politica transnazionale. Infatti su questo versante ai radicali è stato possibile  condurre campagne fondamentali come quella sugli Stati Uniti d’Europa, quella a favore dell’ingresso dello Stato di Israele nell’Ue assieme a  Slovenia, Bosnia e Croazia.

Non solo. I radicali lottarono per  la creazione dei tribunali speciali per i crimini di guerra e del Tribunale penale internazionale, la moratoria della pena di morte, il riconoscimento dell’autonomia del Tibet e la revisione delle politiche Onu sulla droga. Insomma, una esistenza in trincea, quella di Pannella e di tanti altri radicali.

Oggi però alla Sala della Lupa a Montecitorio dove è stato ricordato questo uomo che tanto ha dato è bene evidenziare che  nonostante i molti appelli non ci sia stato il doveroso riconoscimento istituzionale con la nomina a senatore a vita. Sarebbe stato il minimo. Eppure niente. Gli appelli erano stati rivolti anche a Giorgio Napolitano, quando era al Quirinale, e all’attuale presidente  Sergio Mattarella. Ma nessuno di questi due mosse un dito.  Gli stessi che oggi hanno celebrato la figura del leader radicale con le solite parole di circostanza.  Davvero imbarazzati questi politici.