Lo sfanculamento di Renzi. Ma tutti abbiamo capito benissimo di che cosa stanno discutendo: come e quanto spartirsi un po’ di soldi e un po’ di potere per tirare avanti
Passate le feste di Natale: rinfrancati da festeggiamenti moderati, alcuni, stravaganti, altri, esagerati comunque; digeriti che abbiamo i troppi panettoni, struffoli e altre amenità; in attesa dei risultati delle analisi del colesterolo e dei trigliceridi e in attesa di non fare il vaccino perché tanto sarà una manfrina poco chiara e burocratica, cerchiamo di ragionare un momento a ‘mente fredda’.
Il tema, esaurita l’abbuffata di mance e mancette strappate nella redazione della finanziaria, e cioè una volta di più avendo mostrato l’inconsistenza etica (ben nota) del nostro ceto di politicanti e la loro assoluta e comprovata incapacità nonché di fare, anche solo di pensare agli interessi reali del Paese, il tema è: ora che si fa?
I temi sul tappeto, entrambi brucianti, sono due. Una campagna di vaccinazione ben fatta e uno stimolo immediato alla ripresa del Paese che ha le gambe ingessate, ma ben diretto ha ancora tutti (e ripeto, tutti) i mezzi per riprendere, se ritrova la fiducia e un po’ di etica.
Un progetto serio e di lunga prospettiva che, mettendo insieme le risorse del piano di rinascita UE e le disponibilità ‘naturali’ del nostro Paese, metta le basi dell’Italia del futuro, l’Italia dei nostri nipoti. Per i nostri figli ormai è già troppo tardi, per i nipoti, forse, no.
Per quanto attiene al Covid-19 e a quanto ad esso è collegato, il Governo, al solito, ondeggia in maniera estrema. Prima adotta addirittura un decreto legge, poi, spaventato dalle reazioni inconsulte di politicanti e ‘categorie’ precisa, puntualizza, specifica, cioè mostra che del decreto legge è il primo a fregarsene: brillante esempio di coerenza e dirittura morale. D’altro canto, tra i piedi del Governo è esplosa la bomba della mutazione britannica, che ha determinato l’immediata reazione rumorosa dei nostri virologi della Domenica e del Lunedì, con i soliti contrasti acidi, le solite prime donne (maschi o femmine non cambia) le solite chiacchiere: sanno tutto, ma non sanno niente. Il Governo per parte sua annaspa, e posso anche capirlo, è stato preso di sorpresa per l’ennesima volta (ma un certo Guerra, in conflitto con un certo Zambon, per oscure e strane manovre delle quali nessuno ha capito nulla salvo che comunque sono sulla nostra pelle, dice che lo si sapeva da un mese e, pare, lo sapeva anche Ricciardi … o è il contrario? Boh, tanto è uguale), e ora vive sulla speranza che, fatta la sceneggiata del 27, si possa davvero somministrare il vaccino a qualcuno: ma certezze non ce ne sono, salvo una, la solita, il professor Massimo Galli si vaccinerà subito, «non un gesto eroico, ma un atto dovuto» … ormai pensa di essere una sorta di San Sebastiano. Non mancano, però, i surrealismi, e così abbiamo appreso che gli operatori delle USCAR (qualunque cosa siano!) saranno vaccinati subito prima di ‘inculare le dosi a medici …’, errori di stampa … o forse sono realismi?
Però, mentre continuano i ‘chiarimenti’ a getto continuo, il Governo lancia misure demenziali: il bonus frigorifero, il bonus occhiali, il bonus mobili, e il ‘buono veicoli sicuri’ che dovrebbe azzerare, ma non a tutti, l’aumento previsto nello stesso provvedimento del costo della revisione auto: al solito, togli da qua e metti di là. Ancora non hanno capito che la gente ha paura, è preoccupata per il futuro e se gli dici di andarsi a comprare il frigorifero con uno sconto virtuale, si incazza soltanto, ma si incazza di brutto, perché si sente presa in giro: che dico, sa di essere presa in giro.
Anche perché vede Giuseppe Conte con la sua pochette, discutere in privato con Matteo Renzi e soci, e tutti abbiamo capito benissimo di che cosa stanno discutendo: come e quanto spartirsi un po’ di soldi e un po’ di potere per tirare avanti. Perché, io credo, che su un punto mi possa sbilanciare a fare una previsione senza aspettare Pagnoncelli: non c’è un italiano che sia uno che non dico creda, ma solo pensi davvero che quei due (ma anche gli altri, a dire il vero) discutano di altro che non sia la spartizione di qualcosa.
Dal che, certo, può bene scaturire una crisi di Governo. Non perché ve ne possa essere un fondamento, ma solo perché ai due contendenti, chiusi nella loro cinica ricerca di potere e di sopravvivenza politica, può ‘scappare la mano’, può cioè succedere che a furia di tirare la corda, quella si spezzi, magari grazie a qualche altro transfuga stellino: qualcuno di quel partito di ‘o-ne-stà-o-ne-stà’, del quale in un paio di anni oltre cinquanta parlamentari hanno cambiato casacca. E infatti, poi, la signora Teresa Bellanova, tutta contenta annuncia che la ‘task-force’ sul ‘recovery-fund’ è stata cancellata: vittoria, stupenda vittoria: questa è politica, altro che. E le trattatrici in nomine Renzorum, si fanno fotografare in uscita da Palazzo Chigi a passo di marcia, con la maschera, come dopo … e Conte, suggella: non ci sarà la task force, ma una cosa ci sarà! A Napoli si direbbe: siamo alle guarattelle.
E poi ieri sera il grande sfottò: con Renzi che definisce il Recovery plan proposto da Conte è un ‘collage raffazzonato senz’anima’, e propone MES e un piano totalmente opposto al piano di pochette, il piano ‘Ciao’, formalmente acronimo di «cultura, infrastrutture, ambiente, opportunità», di fatto arrogante ultimatum e, come direbbe qualcuno, ‘sfanculamento’. Qui si rischia che la ‘mano scappi’, il troppo stroppia, soprattutto se la mano è quella di Renzi.
In questa situazione fa solo ridere lo scontro di qualche sera fa tra Andrea Scanzi e Massimo Cacciari. Scanzi, come ormai la gran parte della stampa, e quindi dei giornalisti italiani, è smaccatamente di parte, sostiene una tesi, o meglio un gruppo di potere, in qualche caso addirittura un partito, e non si vergogna, anzi, se ne vanta, e dice che ha sempre detto lo stesso! È il caso, ormai anche ridicolo de ‘Il Fatto’ e dei suoi giornalisti, mitico Marco Travaglio incluso, che ormai utilizza la sua acidità ben nota e la sua capacità di mescolare le carte tirando sempre fuori qualche porcata fatta da questo o da quello, ma incontrovertibile, per fare prevalere, urlando, la sa tesi. Che poi è semplicissima: gli stellini sono il sale della terra e Conte ne è il pepe. Per cui, qualunque cosa facciano, diversamente da quanto accadeva a suo tempo con gli altri partiti, fustigati mattina e sera dal medesimo, qualunque cosa facciano loro è perfetta, e chiunque gli si opponga è nella migliore delle ipotesi un delinquente.
E dunque, l’altra sera, da Lilli Gruber, si discute delle diatribe nel Governo, degli attacchi vari, ecc., e Scanzi, reduce dalla ennesima menzione osannante del suo libro (tranquillo, che non ho nessuna intenzione di leggerlo, finché lui non avrà letto i miei), spiega, come sempre con toni misurati e sommessi, che l’unico problema di questo Paese è Renzi, il cattivo Renzi che vuole fare cadere il Governo se non gli danno quello che vuole, anche se non sa nemmeno cosa voglia, ma tant’è. E Cacciari, di fronte a questa ennesima caciara propagandistica, che incidentalmente serve proprio e solo a Renzi, sbotta (investito dalle urla di Scanzi più giovane e meglio ‘microfonato’) che non ci si rende conto che se dovesse cadere questo Governo, non sarebbe per ‘colpa’ di Renzi, ma del fatto che il Governo fa schifo, non ha fatto nulla di utile, ha gestito da cani la epidemia, e non ha una idea che sia una (è questo il punto importante davvero) su cosa fare dell’ondata di denaro che potrebbe (guardate bene: potrebbe) venire dalla UE. Ciò che, però lo dico con tutto il rispetto, Cacciari non dice è chi mai potrebbe non dico fare meglio, ma anche solo fare meno castronerie: che è il dramma di questo Paese … oltre Giggino, niente!
Questo è il vero, unico e tremendo punto reale. Questo Governo sta cercando di spartirsi i soldi che arriveranno –se arriveranno, e non è un inciso messo a caso, Bundesbank docet!- ma non ha alcuna idea di futuro: sul tappeto c’è solo il potere e i soldi. Per cui, questo Cacciari non lo ha detto (anche perché subissato dalle urla di Scanzi) ma lo aggiungo io, i due o tre impegnati nel finto litigio, un accordo lo trovano sicuramente, anche perché, al solito, l’agnello sacrificale è il PD, per la gioia di Bettini, il fine tessitore. Pensateci, alla fine della caciara, risulterà che si sono messi d’accordo Conte, che non ha un partito, e Renzi, che nemmeno lui ne ha uno, mentre il PD è stato a guardare. Ciò non toglie che, alla fine, non ne verrà fuori altro che un pasticcio di sottogoverno, che non rilancerà il Paese, anche se non mancherà di metterlo nelle mani di altri, che ne spoglieranno gli averi e ne chiuderanno il futuro. Mentre il PD, una volta di più preso in contropiede, si ritroverà sindaco di Roma o la Raggi o Calenda … evviva Bettini!
Su questo, non altro, su questo sarebbe bello discutere, parlare, scambiarsi idee: non sui destini e sulle manie di Conte e Renzi, magari con l’aggiunta di Bettini.
di Giancarlo Guarino