Prove di guerra: ma che muscoli,
al pacioccone gli si gonfia la pancia
Crede di far paura al Donald Trump e la resto del mondo con una sfilata di missili balistici in uno stile che ricorda tanto le parate dell’Urss per festeggiare il Giorno del Sole. In passerella gli esperti in armamenti riconoscono missili a medio raggio lanciabili da sottomarini e altri razzi così potenti che potrebbero raggiungere gli Stati Uniti, questo almeno è quello che sbandiera il regime. Più che altro ci si chiede chi foraggi i costi di tutto questo arsenale… se questo poi è tutto vero.
“Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale, e a una guerra nucleare con il nostro stile di un attacco nucleare”, ha dichiarato Choe Ryong-hae che per gli esperti sarebbe il secondo più potente ufficiale coreano.
In merito a questa parata a Pyongyang il militare Choe ha naturalmente puntato il dito contro la nuova gestione Trump colpevole di aver creato i presupposti per un vero conflitto nella penisola coreana con l’invio di mezzi militari strategici. Forse per l’ufficiale gli Usa dovevano stare a guardare e basta.
In tribuna c’era anche lui, il paffuto Kim Jong-un, il dittatore poco più trentenne, al potere dal 2011, sul quale vi sono tra l’altro seri dubbi in merito al suo equilibrio mentale.
Si apprende che gli Stati Uniti sarebbero pronti a intervenire sferrando un attacco con ordigni convenzionali se la Corea del Nord fosse intenzionata a continuare test nucleari. Ma evidentemente i servizi segreti non hanno ancora acquisito le informazioni necessarie in merito alle decisioni di Pyongyang. Resta comunque il fatto che Washington ha inviato nell’area una squadra navale d’attacco Usa guidata dalla gigantesca portaerei a propulsione nucleare Carl Vinson. con tanto di altre navi di appoggio.
La risposta del regime di Kim Jong-un non si è fatta attendere e ha comunicato che a una possibile invasione Usa la reazione sarà immediata. Insomma, la Corea del Nord si prepara al conflitto. Tuttavia dobbiamo considerare che questa non è una novità: da mezzo secolo la propaganda enfatizza il pericolo americano e come tutti i sistemi dittatoriali utilizza la paura per manipolare le menti contro l’eterno presunto invasore.
La situazione preoccupa la Cina: una guerra tra Stati Uniti e Corea del Nord può esplodere in qualsiasi momento, secondo il ministro degli esteri Wang Yi convinto che il dialogo è la sola via di uscita.
Ma alla fine difficilmente si sparerà un solo colpo, troppi gli interessi in gioco, soprattutto per la Casa Bianca.