L’associazione Coscioni e C.S.R. chiedono modifiche.
Motivazioni inviate in Parlamento
La riforma dell’assistenza in materia di protesi ed ausili, inclusa nella generale riforma dei livelli essenziali di assistenza, non può essere differita perché il Nomenclatore (che indica e descrive i dispositivi erogabili) è vecchio di oltre 17 anni e non è più in grado di regolare l’accesso dei prodotti esistenti oggi sul mercato. “Salutiamo perciò favorevolmente il fatto che il D.P.C.M., approvato con Intesa della Conferenza Stato-Regioni del 7 settembre scorso, finalmente riporta nuove tipologie di ausili moderni e descrizioni attuali”, fanno sapere i vertici dell’associazione Luca Coscioni e CSR (centro studi e ricerche). Purtroppo, prosegue il comunicato, l’intento di offrire nuove possibilità tecnologiche alla persona con disabilità viene seriamente compromesso dalle “Modalità di erogazione delle prestazioni di assistenza protesica” per quanto è relativo ad alcune importanti tipologie di ausili non realizzati su misura. Infatti, per l’erogazione di tutte le tipologie di ausili cosiddetti “di serie” sono inderogabilmente prescritte “Procedure pubbliche di acquisto”, per cui il medico potrà, nella prescrizione, indicare esclusivamente denominazione e codice della tipologia, ma la scelta del dispositivo sarà effettuata dai funzionari che aggiudicano l’appalto. La persona cui gli ausili sono destinati è completamente esclusa, così è sono esclusi il medico prescrittore ed il tecnico abilitato che, quando previsto, oggi invece ha la responsabilità di individuare l’ausilio adeguato. C’è un grande numero di tipologie di ausili che, non dovendo essere specificamente adatti alle necessità della singola persona, possono essere acquistati con modalità standardizzate quali le gare pubbliche. C’è invece un ristretto pacchetto di tipologie per le quali l’individuazione dell’ausilio che meglio risponde alle specifiche necessità della persona con disabilità é condizione essenziale perché il dispositivo erogato sia appropriato.
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