Bocciati 5 direttori perché stranieri.
Il ministro: “Non ho parole ed è meglio”
“Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio“. Queste le scarne battute affidate a Twitter da parte del ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini che esprime tutto il proprio disappunto dopo la doccia fredda provocata dalla sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le nomine di cinque direttori stranieri che il capo del dicastero aveva chiamato a guidare alcuni dei più importanti musei italiani.
Si tratta di un provvedimento che potrebbe avere conseguenze pesanti dato che mette in discussione l’intera struttura della riforma voluta da Franceschini e che da fine 2015 ha fatto registrare significativi risultati, sia nell’ordine di iniziative e fruibilità dei musei sia come numero di visitatori decisamente aumentato.
“Faremo subito appello al Consiglio di Stato“, promette il ministro ma intanto alcuni tra i più importanti musei rimangono senza direttore. Peccato, quando nel nostro Paese le cose cominciano finalmente a funzionare capita sempre qualcosa che blocca l’ingranaggio. I direttori interessati direttamente dal provvedimento del tribunale sono Peter Assman alla guida del Palazzo Ducale di Mantova, Martina Bagnoli delle Gallerie Estensi di Modena, Paolo Giulierini dei Musei Archeologici Nazionali di Napoli, Carmelo Malacrino di Reggio Calabria, Eva Degl’Innocenti a capo del Marta, Museo Archeologico di Taranto. In ballo ci sarebbe stato anche Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum, ma per un vizio di forma il ricorso presentato contro la sua nomina è stato dichiarato inammissibile.
Entrando nelle specifico il Tar ha di fatto accolto il ricorso di due candidati alle posizioni di direzione dei musei di Mantova, Modena, Paestum, Taranto, Napoli e Reggio Calabria, si tratta di Giovanna Paolozzi Maiorca Strozzi e Francesco Sirano,
ritenendo dunque che le procedure di selezione dei possibili direttori in corsa non fossero corrette.
Nelle sentenza si evidenzia, ad esempio, lo scarto dei punteggi (pare sia minimo) tra i candidati che avrebbe sicuramente meritato una maggiore attenzione nel formulare il conseguente giudizio da parte della commissione valutatrice. Nel mirino poi anche la discutibile scelta di svolgere le prove orali a porte chiuse che per i giudici amministrativi non avrebbe garantito la normale trasparenza e parità di trattamento dei candidati. Non ultimo il concorso non prevedeva l’ingresso di candidati stranieri. “Sono avvocato e uomo politico con esperienza, so bene che le sentenze non vanno commentate ma contrastate nelle sedi proprie“, ha in seguito commentato Franceschini sbalordito anche dal fatto che il Tar “abbia definito questa procedura magmatica: la selezione internazionale è stata svolta da una commissione imparziale“.
Intanto i direttori che si sono visti bloccare la nomina saranno di conseguenza sostituiti ad interim, ha fatto sapere il ministro che ha aggiunto: “Queste persone avevano lasciato tutto per ricoprire questi ruoli e la riforma stava già attuando un grande cambiamento, ma da oggi tutto si ferma. È assurdo fare distinzioni sulla nazionalità dei candidati. Il direttore della National Gallery è italiano mentre quello del British Museum è tedesco. Davvero un grande danno di immagine per il nostro Paese“