Una combattente nata che con il tempo è riuscita ad acquisire la rigida disciplina imprenditoriale riuscendo nel giro di pochi anni a guadagnare fette di mercato importanti a livello internazionale.

Sono i fatti che lo dimostrano. Le collezioni sartoriali di Chiara Salvioli, titolare della maison Pommes de Claire in via Arrivabene 2 a Mantova, hanno conquistato la Cina. Le sue creazioni che dimostrano talento, coraggio nelle forme e stile sono esposte nei più importanti showroom, primo fra tutti il The One, tra Shanghai e la città di Cheng Du, in occasione della campagna vendite. Spazi esclusivi riservati all’alta moda in cui è stata proposta sia la collezione invernale 2017/2018 come quella estiva per il prossimo anno.

CHIARA SALVIOLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E già dalle prime sfilate sono arrivati gli ordini che naturalmente hanno entusiasmato la giovane Chiara che ha saputo imporre questa volta un taglio ardito e particolare attraverso la sua collezione ideata per la prossima primavera denominata Faber. La stilista si è ispirata a linee tratte dal mondo del lavoro suggerendo abiti  che riparano quello che comunemente indossiamo spingendosi dunque a una serie di innovazioni che potremmo definire rivoluzionarie votate ad una eleganza ricercata, certo, ma nello stesso tempo comoda. “Abiti che diventano protagonisti ponendo la donna in perfetto equilibrio tra professionalità e femminilità” evidenzia Chiara che sicuramente punta perciò a una cliente particolarmente abbiente ma contestualmente  molto attenta alle esigenze dettate dalla quotidianità. “Donna e lavoro sono quindi le fondamenta, il binomio su cui si uniscono elementi che siamo abituati ad indossare  come protezione, ad esempio un grembiule, diventa la parte principale del look creando geometrie su tute, abitini pantaloni o top”. Spalle larghe, create da alette che sporgono dai giri manica stanno ad indicare la forza e l’energia che tutti i giorni servono alla donnna per affrontare il lavoro con costanza e  dedizione. Tasche enormi per avere sempre a portata di mano tutti gli strumenti del mestiere. Allacciature davanti o dietro con file di bottoni o laccetti. Righe, quadretti e tinta unita sono texture dei tessuti per mettere in risalto la costruzione del modello “e per rendere il look raffinato ed elegante in perfetto stile Pommes de Claire”, puntualizza Chiara.

faber

 

 

 

 

 

Delle sue creazioni Chiara, fashion designer, ne  è allo stesso tempo direttore  artistico e responsabile della costante            ricerca finalizzata unicamente a ispirare una  nuova  idea che sappia interpretare gusti e tendenze.  L’obiettivo di  Chiara è dunque quello di creare capi scegliendo i colori, i tessuti  adatti al momento    proponendo nello stesso tempo gli accessori più indicati.
Un mestiere non facile che necessità indiscutibile  abilità e conoscenza. Conoscenza delle tecnologie   informatiche del disegno che danno la possibilità di tracciare schizzi a volontà rapidamente e con costi minimi. Terminato poi il bozzetto definitivo arriva il  momento della realizzazione  del  modello, una   sorta  di prototipo  che dovrà corrispondere esattamente all’intuizione  originaria  frutto dell’ispirazione artistica. Non ultimo spetta sempre a Chiara il compito di studiare le soluzioni migliori e strategiche indispensabili alla presentazione della collezione in occasione della sfilata tanto attesa.

 

E pensare che tutto è nato  nel 2009 in Egitto. Chiara, ragioniera e grafica pubblicitaria, per puro interesse personale e lontana dall’idea di diventare una imprenditrice, dopo un corso di taglio e cucito ha cominciato a indossare abiti da lei stessa creati che piacciono parecchio alle amiche. Bene, una di  queste se ne va  in vacanza  in Egitto quando in un tour conosce una modenese che le chiede dove avesse acquistato la camicetta che indossava visto che al ritorno avrebbe aperto un negozio di abbigliamento a Modena. Quale firma portasse quella camicetta inutile dirlo e la titolare di quel punto vendita diventò così  la prima cliente di Chiara.

 

La casualità ha giocato sicuramente un ruolo determinante ma questo non deve distrarre dall’importanza di avere le basi di un percorso formativo che sappia spaziare dalla storia  della  moda  e dei materiali che ne  vengono utilizzati al mondo dell’arte e del costume in tutte le sue sfaccettature. E Chiara ha dimostrato di saper cogliere l’essenza, di interpretare questa alchimia sfruttando le sue doti innate di creatività, fantasia, estetica arricchite dal sale della curiosità e dell’intuizione.