Come era prevedibile le navi delle Ong proseguono la sfida al nostro governo continuando a prelevare disperati al largo della Libia dirigendosi verso i porti dell’Italia, naturalmente. Insomma, dopo il precedente della Sea Watch 3 ora anche gli altri taxi del mare mostrano la loro prepotenza, la loro spavalderia convinti di poter sfidare il nostro Paese infischiandosene delle leggi in virtù della sentenza della Gip di Agrigento, ovvero far sbarcare liberamente clandestini sulle coste nazionali.
In sostanza sui migranti è in atto un braccio di ferro tra le Ong e il governo Salvini destinato a perdurare. “Non siamo intimiditi da un ministro dell’Interno. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo”, dicono i pirati del mare (complici degli scafisti) della Alan Kurdi della ong tedesca Sea-Eye ponendosi dunque in netto contrasto contro il Viminale che ieri aveva vietato l’accesso nei porti italiani. A bordo vi sono 46 migranti e 11 membri dell’equipaggio.
Intanto nelle ultime ore un altro blocco è stato forzato: la barca a vela Alex della ong Mediterranea ha attraccato nel porto di Lampedusa. La nave è arrivata scortata da un gommone della Guardia costiera e una motovedetta della Guardia di Finanza. A bordo della nave ci sono 41 migranti dei 54 salvati giovedì in acque libiche e l’equipaggio. Alex, come da copione, aveva dichiarato “lo stato di necessità ” a bordo e deciso perciò di forzare il blocco imposto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“Di fronte a una intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo Alex ha dichiarato lo “stato di necessità” facendo rotta su Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco”, aveva scritto l’ong su twitter. “Lo stato di necessità costringe a scelte non facili e di cui ci assumiamo la responsabilità, a differenza di chi quelle responsabilità non se le assume giocando con la pelle di uomini donne e bambini”, aveva nuovamente twittato Alessandro Metz di Mediterranea che con la nave Alex ha deciso di dirigersi verso Lampedusa forzando il blocco.
“La nave dei centri sociali che poteva dirigersi verso Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro, infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Le forze dell’ordine sono pronte ad intervenire, vediamo se anche in questo caso la ‘giustizia’ tollererà l’illegalità: in un paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono ‘salvatori’, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani”, dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini mentre l’Ue resta a guardare come al solito.