Bergoglio ha attaccato le politiche migratorie del presidente americano ma evidentemente non è a conoscenza delle strategie dei progressisti
Un doppiopesismo palese, innegabile, eppure nessuno dice niente. Papa Francesco ieri è tornato ad occuparsi di politica e in particolare di politica statunitense. Se con Joe Biden andava tutto straordinariamente bene, nonostante determinate strategie iper-progressiste marchio di fabbrica dei democratici, il pontefice ha stroncato senza mezzi termini le politiche migratorie del presidente americano Donald Trump. Bergoglio ha inviato una lettera a tutti i vescovi degli Stati Uniti nella quale invita a prendere una posizione coerente con i valori cristiani.
Entrando nel dettaglio, Papa Francesco si è appellato a tutta la comunità cattolica affinché sia sempre impegnata a “costruire ponti” e non “muri della vergogna”. Scritta in lingua inglese ma anche in spagnolo, la lettera ha scatenato un feroce dibattito. E anzichè restare a guardare, l’amministrazione trumpiana ha replicato per le rime. Bergoglio il Papa dovrebbe “concentrarsi sulla Chiesa cattolica e lasciare che ci occupiamo noi dei confini”, ha detto lo ‘zar dei confini’ di Trump, Tom Homan. Aggiungendo: “Ha un muro attorno al Vaticano, giusto? E noi non possiamo avere un muro attorno agli Stati Uniti”.
Ma non è tutto. Oltre alla missiva inviata a tutti i vescovi a stelle e strisce, Papa Francesco ha anche deciso una nuova nomina anti-Trump: dopo avere inviato, all’inizio dell’anno, a Washington il cardinale Robert Walter McElroy, che si era espresso contro gli annunci del tycoon contro i migranti, oggi ha scelto per la diocesi di Detroit monsignor Edward Joseph Weisenburger, anche lui firmatario di una recente lettera contro le decisioni della nuova amministrazione americana. Il suo giudizio sulla strategia messa in atto sui migranti è perentorio: “Deportare persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per motivi di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, lede la dignità di molti uomini e donne, e di intere famiglie. Ho seguito da vicino la maggiore crisi che si sta verificando negli Stati Uniti, la coscienza rettamente formata non può non esprimere un giudizio critico e il proprio disaccordo”.
E ancora, il pontefice argentino ha lanciato una chiamata alle armi per tutta la comunità cattolica del Paese: “Esorto tutti i fedeli della Chiesa cattolica e tutti gli uomini e le donne di buona volontà a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati”. “Un autentico stato di diritto si verifica proprio nel trattamento dignitoso che tutti gli uomini meritano, specialmente i più poveri ed emarginati. Il vero bene comune si promuove quando la società e il governo, con creatività e rigoroso rispetto dei diritti di tutti, come ho affermato in numerose occasioni, accolgono, proteggono, promuovono e integrano i più fragili, indifesi e vulnerabili” ha aggiunto Bergoglio, per poi sottolineare che accogliere “non impedisce lo sviluppo di una politica che regolamenti una migrazione ordinata e legale”. E ancora: “Ciò che si costruisce sulla base della forza, e non sulla verità sulla pari dignità di ogni essere umano, inizia male e finirà male”.
Insomma, la stroncatura è visibile a occhio nudo. Come si permette Trump a decidere le politiche migratorie dopo aver vinto democraticamente le elezioni? Battute a parte, torniamo all’incoerenza del Papa. Sì, perchè Bergoglio la letterina non l’ha inviata ai vescovi di altri Paesi guidata dai buoni, dai progressisti, anche se questi buoni e progressisti adottano politiche migratorie non tanto diverse da quelle di Trump. Basti pensare alla Gran Bretagna, con il premier laburista Keir Starmer che ha copiato integralmente la strategia di The Donald. Oppure pensiamo a Olaf Scholz, pronto a blindare il Paese e persino a copiare il modello Albania ideato dal governo di Giorgia Meloni. Senza dimenticare il re dei buoni Emmanuel Macron, bravo a fare la morale a noi ma poi pronto a cacciare il primo illegale senza pietà. Notizie di missive? Nessuna. Stesso discorso per eventuali reprimende pubbliche. Ma attaccare Trump è più facile, evita criticità diplomatiche. Ma difficilmente questa sortita dal Vaticano avrà delle ripercussioni, anzi…
Franco Lodige – Atlantico