PER CARMINATI 20 ANNI 19 A BUZZI
L’attesa sentenza di primo grado: Mafia Capitale non è associazione mafiosa ma associazione a delinquere. Cade dunque l’accusa per tutti i 46 imputati, compresi l’ex terrorista nero dei Nar Massimo Carminati e il boss delle cooperative “rosse” Salvatore Buzzi. Resta in piedi l’associazione a delinquere.
La sentenza della X sezione penale del Tribunale di Roma del maxiprocesso di Mafia Capitale, pronunciata nell’aula bunker di Rebibbia, arriva esattamente dopo 20 mesi di indagini partite con l’inchiesta del 2014 che come una valanga aveva travolto la politica capitolina a tutti i livelli. Per Carminati 20 anni e una multa di 14 mila euro, per Buzzi 19 anni.
Carminati ha seguito in piedi la lettura della sentenza mentre Buzzi è rimasto seduto a prendere appunti.
Entrambi erano collegati in videoconferenza dalle carceri rispettivamente di Parma e Tolmezzo in cui si trovano costretti al regime duro del 41 riservato ai mafiosi. In collegamento anche Riccardo Brugia, fedelissimo di Carminati, condannato a 11 anni. Condannati invece a 6 anni Mirko Coratti, esponente Pd ed ex presidente del consiglio comunale di Roma, e 11 per Luca Gramazio, già capogruppo Pdl in Campidoglio.
Luca Odevaine, ex componente del Tavolo di coordinamento nazionale sui migranti del Viminale, è stato condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione. Tuttavia i giudici, ritenuta la continuazione rispetto alla pena già inflitta da due precedenti sentenze, hanno determinato la pena nella misura complessiva di otto anni di reclusione.
Dieci anni per l’ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi e cinque per Andrea Tassone, ex presidente Pd del Municipio di Ostia. Condanna a tre anni di reclusione per Giordano Tredicine, ex consigliere di Forza Italia. Per Buzzi, Panzironi, Odevaine, Panzironi e Carminati anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Ad assistere alla sentenza il sindaco Virginia Raggi: “È una ferita molto profonda nel tessuto della città di Roma, i romani lo sanno bene. Quello che dobbiamo fare noi ora è ricucire i lembi di questa ferita, attraverso un percorso di legalità, che non è facile perché dobbiamo tenere la guardia sempre alta”. Quello che è stato chiaramente accertato oggi è che c’è un’associazione criminale che è stata in grado di “condizionare pesantemente le scelte politiche di questa città e i danni li stiamo pagando, li vediamo tutti i giorni. Dobbiamo trarne le conclusioni e regolarci di conseguenza”.