di Domenico Ricciotti
Ancora un episodio che esprime tutto l’odio anticristiano che pervade gli immigrati di religione islamica. Per fortuna non tutti! A Foggia è accaduto che un giovane proveniente dal Gambia, senza fissa dimora, senza lavoro e dotato però di permesso di soggiorno, si sia reso responsabile di aver distrutto una statua della Madonna e bruciato il presepe allestito davanti ad una parrocchia.
Vi sono alcune cose che però non tornano. Il giovane venticinquenne era senza fissa dimora, ma aveva un regolare permesso di soggiorno. Perché? Ha messo a rischio l’incolumità pubblica dando fuoco a beni che non erano suoi. Il baldo giovinotto ha giustificato il suo gesto con il fatto che essendo musulmano non sopportava l’espressione di un’altra religione. A parte l’evidente violazione di norme del codice penale e l’offesa recata alla maggioranza della popolazione italiana, si deve riflettere su come simili gesti non siano affatto tollerabili, vuoi perché sono in contrasto con il rispetto del principio della libertà religiosa, vuoi perché si offendono i fondamenti della nostra società, che si basano sui principi di tolleranza, di solidarietà e rispetto per il prossimo e che hanno permesso a costui di entrare in Italia e di pretendere di fare il padrone.
Io mi chiedo: fino a quando la politica non interverrà a causa di un malinteso sentimento di accoglienza ad ogni costo, perfino a danno dei cittadini italiani che pagano le tasse, ma non hanno in cambio alcunché dallo Stato. Infatti, con circolari riservate dei direttori sanitari delle ASL si invitano a dimettere i cittadini italiani dagli ospedali e dai Pronto Soccorso per far spazio all’emergenza immigrati in arrivo? Perché si è permesso alle navi straniere (europee e non) di raccogliere da ogni angolo del Mediterraneo quei poveracci sulle carrette dei mari e liberamente scaricarli nei nostri porti, in violazione al diritto del mare che prevede che i naufraghi o profughi raccolti da una nave siano scaricati nei porti della nazione di appartenenza della nave. Se accordi internazionali prevedono la violazione delle norme del diritto del mare, allora c’è un vulnus al diritto stesso. Ovvero, non esistono più regole.
Ma quel che dà fastidio, in questo caso, è che qualche ospite, oltretutto non desiderato, con prepotenza, anziché integrarsi, pretende con la violenza di imporre il suo folle e violento modo di pensare in tema religioso. Che, sebbene costui sia munito di permesso di soggiorno e viva o di piccola criminalità o alla spalle della nostra carità, gli sia consentito, dopo un processo lampo di essere rimesso in libertà e così continuare a delinquere, con la scusa della religione. E, anziché espellerlo caricandolo sul primo aereo e rispedirlo a casa sua, a spese del Gambia, lo si soccorra con la solidarietà pagata dai cittadini, i quali vengono offesi nei loro sentimenti religiosi dando fuoco al presepe.
Lo si giustificherà, dai soliti buonisti ad ogni costo, dicendo che non conosce la sua religione, dato che il corano cita la Madonna con grande rispetto molte volte. Ma ci si dimentica dei preti e delle suore e dei laici, di ogni confessione cristiana, che vengono perseguitati e uccisi nei paesi islamici, con la copertura o il silenzio di quegli stati. Dove non possono essere erette chiese e quelle che ci sono vengono bruciate, rase al suolo e cancellate dalla storia con i loro immensi archivi. Pensate ai territori occupati dal Daesh (= Isis), al Pakistan, alla Nigeria, alla Somalia, all’Egitto e, perfino, al Magreb, per non dire dell’Arabia Saudita. Diranno che non è una guerra di religione, che non è scontro di civiltà: ma allora cosa è?
Se le idee camminano nel mondo con le gambe degli uomini, questi non sono uomini islamici? Ci diranno: ma questi sono solo una piccola parte, una esigua minoranza. Forse! Ma dove sta la maggioranza silenziosa e tollerante del mondo islamico? Tace, e chi tace acconsente; infatti, questi fanno il lavoro sporco, e loro tacciono, cercando poi di trarne i frutti e occupare i territori cosiddetti cristiani.
Non per nulla papa Francesco a Natale ha gridato al mondo che c’è un crescente odio contro il cristianesimo. E cosa fa Obama a pochi giorni dall’insediamento di Trump? Non trova altro da fare che espellere 35 diplomatici russi, perché il popolo americano, con le regole della democrazia americana, ha bocciato la sua sodale Clinton. E, anziché pensare a lasciare un segno nella storia aiutando la vera pace in Siria, dove i cristiani sono stati quasi completamente annientati grazie alle armi USA donate dall’amministrazione Obama alle milizie islamico-estremiste in funzione anti russa e anti Assad, amico della Russia, pensa a fare i dispetti al suo successore. Fu dato a Obama il premio Nobel per la pace, ma oggi scopriamo che invece di essere un leader è stato solo uno strumento della lobby delle armi vendute in segreto dallo stato all’estero.
E’ ormai un mondo alla rovescia!