A Roma celebrazioni separate tra Anpi e Brigata Ebraica che non vuole i palestinesi
Tensioni e polemiche sul 25 aprile ce ne sono sempre state. La storia ha puntualmente diviso formazioni politiche e mondo dell’associazionismo. E anche quest’anno, in occasione del 72esimo anniversario della Liberazione , si celebra con le consuete prese di posizioni contrapposte. Ma nei giorni scorsi si è creata una nuova spaccatura che ha finito con il fomentare ancor di più lo scontro. A Roma per la prima volta il consueto appuntamento che ricorda la fine della guerra assume sfumature e toni diversi dal passato. Nella capitale sono state organizzate due distinte manifestazioni: al corteo dell’Anpi ha deciso di non partecipare la Comunità Ebraica perchè contraria alla presenza di associazioni e militanti filo-palestinesi alla sfilata organizzata dai partigiani. L’accusa indirizzata all’Anpi da parte della Comunità Ebraica è lapidaria: la sfilata non rappresenta i veri partigiani. Motivo per cui è stata indetta una presenza alternativa davanti alla sede storica della Brigata Ebraica in via Balbo. A nulla è servito l’appello a superare le divisioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella che dopo la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto sull’Altare della Patria è volato a Carpi per partecipare alle cerimonie in programma. Mentre il presidente del Senato Pietro Grasso era atteso a Milano e a Bologna c’era la presidente della Camera Laura Boldrini. All’appello del presidente della Repubblica affinchè si giunga a una riflessione comune in grado di ricomporre tutte le componenti chiamate in causa si sono uniti il presidente del consiglio Paolo Gentilioni e il governatore della Regione Lazio Nocola Zingaretti presenti rispettivamente al mausoleo delle Fosse Ardeatine e a Porta San Paolo dove è arrivato anche il sindaco Virginia Raggi costretta a dividersi tra i due cortei.
Tuttavia, nonostante le parole di invito della massime autorità istituzionali, tocca registrare che il percorso teso a una riunificazione sarà ancora lungo e difficile.
Ci mancava che a versare benzina sul fuoco ci fosse anche il Partito democratico: nei giorni scorsi il presidente Matteo Orfini aveva fatto sapere la presa di posizione ufficiale dei dem comunicando che il partito non avrebbe partecipato all’iniziativa dell’Anpi. Anche in questo caso inutile è risultato il tentativo di 32 senatori Pd che avevano chiesto al presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello di fare un passo indietro con l’obiettivo di riavvicinare pensando soprattutto ai valori intrinsechi che stanno alla base delle celebrazioni del 25 aprile. Anche in questo caso un appello caduto nel vuoto.