di Domenico Ricciotti

Bisogna essere sempre garantisti e, soprattutto, aborrire la violenza specie quella gratuita. Questo significa che allo Stato sono delegati per convenzione i compiti di rimuovere gli ostacoli che portano a delinquere, reprimere poi la delinquenza e, infine, amministrare la giustizia. Ma quando lo Stato, per qualsivoglia motivo, non riesce a svolgere i compiti per i quali il popolo lo ha delegato appositamente, cosa deve fare un onesto cittadino?

La violenza privata in risposta ad una azione delinquenziale che si subisce, senza che lo Stato riesca ad intervenire, può far saltare questo tacito accordo tra cittadini?

SIMBOLICA GIUSTIZIA AGENZIA BETTOLINI (Agenzia: DA RACHIVIO)  (NomeArchivio: PAV-G1ig.JPG)

Noi, ovviamente, non giudichiamo i singoli episodi di cittadini che subiscono continue violenze, furti e malvessazioni, che pure ci sono e con maggior frequenza. E, spesso, quando portano all’attenzione dei cittadini il supposto calo delle azioni delinquenziali, in realtà le statistiche non contemplano il fatto che molti, stanchi delle continue denunzie infruttuose, ormai non si recano più da polizia e carabinieri per presentare l’ennesima inutile denunzia. E questo genera ulteriore disaffezione della gente verso lo Stato e le forze dell’ordine e, soprattutto, verso la magistratura che, spesso, applica le leggi in senso troppo ampio in questa fattispecie. Il rischio di una severa repressione penale di questo genere di delinquenza pone il magistrato in difficoltà, visto che quasi sempre questa delinquenza vede all’opera cittadini stranieri con il rischio per il giudice di passare per xenofobo e razzista.

E al cittadino chi ci pensa? In questo caso, se la vittima risponde in modo violento, solo per esasperazione e legittima difesa, si vede spesso condannare per eccesso di legittima difesa, nel migliore dei casi, altrimenti per omicidio colposo o preterintenzionale, venendo condannato ad anni di galera e al risarcimento a favore della famiglia del suo aggressore. E questo non va assolutamente, perché spinge gli onesti verso una maggiore sfiducia nei confronti dello Stato (forze dell’ordine e magistratura). Cosa che deve essere evitata il più possibile, perché lo Stato sono tutti i cittadini e non un avversario.

Quindi, è giusto che si inizi a ragionare nelle aule parlamentari di una revisione del concetto di legittima difesa, dato che è un sacrosanto principio, ovvero “mors tua vita mea”, come asserivano gli antichi romani, inventori del diritto. Ma se è un diritto, allora devono esistere regole entro le quali questo diritto può essere esercitato. Ma deve essere chiaro il modo con il quale esercitare il diritto alla legittima difesa, altrimenti accade quello che stiamo vivendo, dove giudici diversi giudicano diversamente fattispecie o identiche o simili. E questo rischia di generare ulteriore confusione.

imagesNo certamente alla giustizia fai da te, ma certamente si al fatto che, se un malintenzionato entra nella casa o nella bottega o nell’azienda di un cittadino, questi se si difende anche con le armi da questa intrusione delinquenziale, che è una vera e propria violenza, perché viola il domicilio ed entra nella sfera privata della vita delle persone, oltre che delle cose altrui, è nella facoltà di reagire non in senso proporzionale, come accade ora, affidandosi alla discrezionalità di un giudice o di un perito, ma nel senso di permettere al cittadino di tutelare le persone dei propri cari e le proprie cose. Il furto è un reato, la violazione di domicilio è un altro reato, la violenza è un altro reato ancora. La legittima difesa in molti casi sorprendentemente diventa a sua volta un reato e non una legittima difesa.

Al legislatore si deve affidare il compito di intervenire e stabilire con serietà e correttezza i limiti entro i quali la legittima difesa è proporzionale e quando è eccessiva. Questo però deve avvenire tenendo ben presente come il cittadino sia sempre la vittima di una serie di azioni delinquenziali e non l’attore di una violenza gratuita. Alle volte nelle sentenze si nota quasi un accanimento verso il cittadino che ha reagito, e una tutela maggiore verso il delinquente, italiano o straniero, che viene visto come un poveraccio da tutelare, redimere e risarcire. La delinquenza deve essere giudicata per delinquenza e, quindi, deve essere sempre sanzionata. Nessuno è costretto a delinquere, salvo casi limitatissimi, la maggior parte delinque non per procurarsi il necessario, ma per godere illegittimamente del superfluo a spese di chi fatica per avere, a sua volta, almeno lo stretto necessario per se e la propria famiglia.