Dopo vitalizi e ius soli ora l’ennesimo bluff confezionato al “NazaRenzi” che sforna una nuova proposta di legge elettorale non per garantire governabilità ma solo per depotenziare sia gli attacchi esterni sia quelli che arrivano direttamente dalla minoranza interna Pd. Si tratta di una sceneggiata e nulla più. Perché in verità a Renzi va bene quel che c’è, ovvero un sistema che permette di costituire le solite ammucchiate dopo il voto alla faccia degli elettori. Ecco come nascono i Governi in questo disgraziato Paese guidato da pseudo-maggioranze raffazzonate inconcludenti destinate a non reggere a lungo.
Ancora da stabilire la data precisa in cui sarà presentato il nuovo testo di legge elettorale ma con ogni probabilità non sarà prima di giovedì prossimo. Questa volta l’iniziativa dem consiste nella proposta che guarda al maggioritario sia pur in quota parte. Il relatore Emanuele Fiano spiega che si tratta di un “Mattarellum rovesciato” perché prevede l’assegnazione dei seggi in proporzione quasi esattamente rovesciata rispetto al Mattarellum (75% di collegi maggioritari e 25% di recupero proporzionale): in questo caso il 64% dei seggi sarebbe attribuito con metodo proporzionale su listini bloccati di pochi nomi, e il 36% in collegi maggioritari (231 per la Camera, 116 per il Senato) a turno unico. Il nuovo sistema prevede la possibilità di stringere coalizioni ma non l’indicazione del capo coalizione. Lo sbarramento nazionale è fissato al 3% dei voti.
La strategia Pd è dunque quella di dare una risposta – bleffando naturalmente – alle accuse di immobilismo sulla questione nuova legge elettorale, segnali di insofferenza sono giunte anche dal Quirinale, con l’obiettivo inoltre di mettere alle strette i Cinque Stelle che da sempre non digeriscono i collegi. Per non parlare poi degli scissionisti confluiti nel Mdp nettamente contrari ad una legge elettorale che favorisce le coalizioni sui collegi. Storcono il naso anche in casa Forza Italia dato che tali regole costringerebbero Berlusconi a scendere a patti con Lega e Fratelli d’Italia. E questo il Cav lo esclude a priori preferendo essere libero di decidere in piena autonomia collegio per collegio come stabiliva il metodo tedesco. Tuttavia gli azzurri non chiudono le porte e attendono di leggere il testo. Al momento gli unici a dimostrare interesse sulla proposta lanciata dai renziani sono i leghisti ma rimane tutto da vedere. Da considerare inoltre che forti perplessità emergono addirittura nel Pd poiché alla fine questa legge, qualora arrivasse in porto, favorirebbe il centrodestra, coalizione in grado di creare una coalizione vincente, mettendo al palo il Pd che in fatto di aggregazioni si troverebbe in alto mare non sapendo con chi scendere a patti, stando a ciò che offre per adesso lo schieramento sinistrorso.
Alla fine la confusione regna sovrana. Del resto è quello che vuole Renzi che ha preparato la “finta” mettendo astutamente le mani avanti dichiarando contemporaneamente di essere poco fiducioso come dire: io la proposta l’ho lanciata sono gli altri che l’hanno respinta. Tutto studiato a tavolino, nulla è lasciato al caso. E allora avanti con gli inciuci del dopo voto di italica tradizione. Che pena.