Ci sono in questo Governo tre elementi molto poco affidabili: la Lega che ha già cominciato a fare opposizione interna, Italia Viva, che mastica amaro, M5S che masticano amarissimo e sono nel marasma. Posto che Draghi di tutto ciò è perfettamente cosciente, quali sono le sue intenzioni? perché ha fatto un Governo del genere?
In attesa delle dichiarazioni programmatiche e all’inizio effettivo dell’azione di governo di Mario Draghi, mi colpiscono alcune notazioni della stampa, ma specialmente mi pongo qualche ulteriore domanda.
Mi ha colpito il fatto che si sia notato che al Quirinale, in attesa del giuramento, i Ministri ‘politici’ stessero con i ‘politici’ e i Ministri ‘tecnici’ tra loro. Come se si trattasse di due mondi differenti e … incomunicabili. Questo mi sorprende più di tutto e mi preoccupa.
Facevo notare ieri che il Governo Draghi, per come è fatto, sembra due governi. Una parte centrale forte e coesa (spererei) fatta dai ‘tecnici’, a parte il fatto che ci sarebbe molto da discutere su questa distinzione. Non è scritto da nessuna parte che i Governi debbano essere composti da membri del Parlamento. La Costituzione in materia tace, e, come ho già ricordato, anzi, è proprio la Costituzione quella che fonda un sistema nettissimo di divisione dei poteri: il Parlamento è la parte politica dello Stato, il Governo è quella gestionale. Per dirla con uno slogan: il Parlamento (potere legislativo) dà la fiducia e indirizza il Governo (potere esecutivo), scelto dal Presidente della Repubblica, che è considerato il più alto esponente della Magistratura.
Non si vede perché uno che non è parlamentare per ciò solo dovrebbe essere incapace di svolgere il ruolo politico necessario a svolgere il suo compito politico. Perché un Ministro non è mai, e mai deve essere, un ‘tecnico’ puro e semplice, ma sempre e comunque un politico. Se non altro perché, svolgendo azioni di Governo, gli aspetti tecnici dei problemi vanno obbligatoriamente valutati assieme a quelli politici, tanto più se si tiene conto che un Governo governa tutti gli italiani, non solo i tecnici e nemmeno solo quelli della propria parte politica.
Sulla cosiddetta competenza si è parlato anche troppo. Ma non è la competenza tecnica rispetto al ministero che si occupa quella che conta, ma la competenza politica e tecnica insieme, e specialmente la capacità di fare funzionare insieme entrambe le competenze.
In questo Draghi è sicuramente stato un esempio, quando ha saputo, da tecnico certamente di una banca centrale, porre le questioni gestionali della Banca al servizio di una idea molto chiara e molto precisa: l’idea di conservare in vita una Europa solidale (come si dice con un termine orrendo, ma molto di moda), o meglio fondata sulla cooperazione, e l’idea, in termini di cooperazione, di salvare o almeno aiutare i singoli Stati. La sua, insomma, è stata un’idea di Europa come entità unica. E che l’idea fosse ben chiara a lui e molto meno ad altri, lo si è visto appena il suo successore, la signora Christine Lagarde (francese, quindi già di per sé sciovinista) ha preso il comando, con quello stupido attacco, solo in parte rientrato, all’Italia.
Sia come sia, sta in fatto che questo Governo ha una presenza politica, nel senso della politica politicante e partitica, preponderante. E così come non è pensabile che un politico dimentichi di esserselo e non si preoccupi innanzitutto della propria rielezione, non è pensabile che un politico di un certo partito non colga ogni occasione che gli capiti per danneggiare il politico di un partito diverso e avversario.
Questo Governo, inoltre, nasce da una ‘forzatura’ da parte del Capo dello Stato, che ha in pratica obbligato tutti a stare tutti insieme. E Draghi ci ha messo del suo, con il suo manuale Cencelli. Se si fosse applicata la Costituzione … vabbè l’ho già detto.
E ci sono in questo Governo tre elementi molto poco affidabili: la Lega che ha già cominciato a fare polemiche contro i colleghi di Governo prima ancora di cominciare a lavorare; Italia Viva, cioè Matteo Renzi, che manifesta felicità per il Governo, ma mastica amaro perché ha un solo ministro; e i 5Stelle che masticano amarissimo, ma specialmente sono nel marasma più totale, al punto che potrebbero alcuni di loro non votare la fiducia.
La domanda che mi pongo è: posto che Draghi di tutto ciò è perfettamente cosciente, quali sono le sue intenzioni? perché ha fatto un Governo del genere?
Questo è il dubbio, che non vorrei che diventasse il problema. Se, infatti, Draghi ha fatto tutto ciò per governare a lungo, almeno fino alle elezioni, potrebbe avere sbagliato di grosso, perché, come abbiamo visto con il Conte2, in qualunque momento può accadere qualcosa che mandi il Governo a gambe all’aria, specie qualora si superi il periodo in cui sia possibile sciogliere il Parlamento: sia in vista di una elezione ‘combattuta’ del prossimo Capo dello Stato, sia per determinare un nuovo Governo più consono a certi interessi.
Ma, se Draghi ha composto questo Governo per garantirsi l’elezione alla Presidenza della Repubblica, al di là del fatto in sé, potrebbe trovarsi ad avere fatto un grande errore. Non si vede, infatti, che interesse potrebbero avere i tre partiti di cui sopra a portare Draghi alla Presidenza: sarebbe sempre un Presidente difficilmente controllabile a dir poco e non ‘di’ nessuno di loro. Ma, posto pure che l’interesse permanga: una volta eletto Draghi dovrebbe lasciare il Governo e a quel punto il rebus di un nuovo Governo diventerebbe davvero difficile da sciogliere.
D’altra parte, è evidente che se l’idea dei tre partiti è quella di eleggere Draghi, è altrettanto evidente (e questa è la cosa che mi preoccupa di più) che i tre partiti (anche gli altri, ma molto di meno) terrebbero letteralmente Draghi per la gola, dato che Draghi avrebbe bisogno dei loro voti per essere eletto. Anzi, il ‘gioco’ potrebbe essere anche più cinico: utilizzare le evidenti superiori capacità di Draghi per impostare un programma di investimenti accettabile, ottenere le prime tranche di finanziamento e poi … eleggere un altro, togliendo così a Draghi la possibilità di controllare, benché sempre solo un po’, dal Quirinale lo svolgimento del programma e al tempo stesso ‘liberandosene’.
Sempre che Draghi non abbia invece inteso davvero darsi da fare per l’Italia, optando per lasciare spazio ad un altro candidato, tipo (se ne parla in questi giorni) Rosi Bindi, che ha dato ottima prova di sé presentando l’unica legge davvero seria sulle unioni civili, solo per fare un esempio, sempre che riesca a non prendere l’ascia per difendere le povere donne discriminate. Ora basta, ora la discriminazione è in qualche legge stupida facilmente cancellabile e nella mentalità di molti. Quest’ultima si corregge con i fatti, e cioè con donne che combattano per le proprie idee da pari a pari con gli altri, maschi e femmine. Ma, lo so, mi chiameranno sessista, se mi va bene.
Comunque, diciamo la verità, diciamoci la verità: Draghi piace molto a me, molto a moltissimi italiani (tra il 62 e il 68%), ma poco, pochissimo, per non dire nulla ai partiti. Se fossi Draghi me ne preoccuperei. Ma da italiano ho i brividi alla schiena!
di Giancarlo Guarino