Palazzo Chigi, oltre 300mila euro

per rinnovare gli uffici  di presidenza

 

Maria Elena Boschi probabile ministro delle Riforme nella squadra Renzi. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Fare i brillanti è facile quando i soldi sono degli altri, ovvero nostri.

Spregiudicata, prepotente, spavalda come chi nella vita si è ritrovato tutto in discesa Maria Elena Boschi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Ministri, infischiandosene delle gaffe, delle inchieste e promesse non mantenute diventa ancora di più spaccona e boriosa.  I terremotati, i senza lavoro e quelli di sinistra che a gente come questa hanno sempre dato il voto possono attendere. Ma lady Boschi no. Se vuole una cosa la deve avere subito, del resto la signora ha sempre avuto tutto e subito. Non è abituata a fare la fila. Basta guardala in faccia e capisci che non ha certo dovuto sgomitare per raggiungere il vertice. La pappa le è sempre stata scodellata. A lei non è rimasto altro che mangiare.

Il sottosegretario, già ministro nel Governo Renzi, come fosse lei e solo lei la padrona di palazzo Chigi ha incaricato il segretario generale della Presidenza del Consiglio, Paolo Aquilanti, suo fedelissimo dai tempi del Ministero delle Riforme, di stanziare 304mila euro (che sborsiamo noi)  per ristrutturare gli arredi degli uffici di rappresentanza della Presidenza.  E in un baleno i soldi sono arrivati.

L’intervento complessivo servirà inoltre ad ammodernare le postazioni informatiche utilizzate dai dipendenti di Palazzo Chigi

Dunque la padrona ordina e  Aquilanti, come un bravo e fedele maggiordomo, esegue. Rapida e prestigiosa anche la carriera di quest’ultimo: già capo dipartimento dei Rapporti col Parlamento con al dicastero proprio Boschi, viene nominato segretario generale di Palazzo Chigi da Matteo Renzi, carica confermata anche da Paolo Gentiloni.

Risultato più che discreto per Aquilanti che un paio di settimane fa si è visto bocciare dal plenum del Consiglio di Stato la collocazione fuori ruolo, ovvero uno status necessario a conservare la poltrona di consigliere di Stato nel periodo in cui è chiamato a svolgere l’incarico di segretario generale della presidenza del Consiglio.

L’ufficio di presidenza del Consiglio di Stato ha di fatto negato per un voto il fuori ruolo ad Aquilanti.

In sostanza questi dovrebbe decidere se restare a Palazzo Chigi o dimettersi dal Consiglio di Stato.

Nell’attesa che la decisione tra l’incerto ma ben retribuito incarico alla presidenza del Consiglio, tuttavia legato alle sorti del governo, e la poltrona blindata al Consiglio di Stato, arrivi Paolo Aquilanti è stato nuovamente  coinvolto da Boschi sulla questione relativa alla nuova immagine degli interni della sede dell’esecutivo.

Da ricordare inoltre che Aquilanti poco meno di due settimane fa ha portato all’attenzione del Governo la circolare tanto contestata  dai ministri, ovvero il documento che garantisce a Boschi il controllo assoluto su tutti gli atti dell’esecutivo.

Un colpo di mano che poteva provocare addirittura la caduta di un Governo già fragile per sua natura, una caduta che forse a qualcuno poteva anche far piacere.

Non è azzardato ipotizzare che questa strategia porti la firma di Renzi che in questa maniera può influenzare le scelte del Governo proprio  attraverso lady Boschi.