Il flop dei controlli: dopo la strage il tunisino girava libero per mezza europa
Non c’è da stare certo tranquilli se un maledetto e ferocissimo terrorista se ne può andare in giro tranquillamente per l’Europa senza essere individuato. I servizi segreti se ci sono battano un colpo.
In questi ultimissimi giorni in Germania è caccia a coloro che potrebbero in qualche modo aver aiutato la fuga di Anis Amri, il tunisino 24enne autore della terribile strage al mercatino di Natale a Berlino e freddato da un giovane e coraggioso poliziotto nella notte tra giovedì e venerdì in un conflitto a fuoco consumatosi davanti alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, nella periferia di Milano.
Ma ad essere al lavoro non sono solo gli investigatori tedeschi ma anche i colleghi francesi e italiani tutti impegnati a condurre una non facile indagine che ha un solo obiettivo: capire se esistono agganci, canali organizzazioni che possano aver sostenuto il killer che con un tir si è avventato sulla massa di persone che in quel momento affollavano il tradizionale mercatino uccidendo 12 persone, tra queste la nostra connazionale Fabrizia Di Lorenzo, e ferendone altre 50.
Quello che lascia davvero perplessi è che il jihadista era già conosciuto dalle forze dell’ordine come personaggio oltretutto particolarmente pericoloso. Nonostante questa pericolosità ufficialmente riconosciuta la polizia tedesca decise di non assicurarlo alla giustizia. Altro aspetto che sconvolge è come sia stato possibile che dopo l’attacco stragista il tunisino sia riuscito a dileguarsi come un fantasma ed eludere senza grandi problemi la rete di controlli organizzata da servizi e polizia non solo tedeschi ma anche francesi e italiani. Questo perché il terrorista dopo la strage si è allontanato da Berlino in treno, ha passato la frontiera con la Francia dirigendosi infine a Milano dove ha trascorso le sue ultime ore di vita.
Sicuramente qualche falla organizzativa negli ambienti degli 007 ci deve pur essere. Il sistema di sicurezza scricchiola.
E questo è gravissimo visto il momento storico che ci vede parecchio esposti ai pericoli prodotti dal fanatismo religioso. La stessa Merkel ha affermato che la questione sarà esaminata attentamente non escludendo la possibilità di modificare alcune procedure che riguardano il controllo dei migranti e di coloro che richiedono asilo.
Si viene poi a sapere che negli ultimi mesi gli spostamenti del tunisino erano controllati dagli investigatori tedeschi sospettosi che il giovane stesse organizzando una serie di furti allo scopo di racimolare denaro sufficiente per l’acquisto di armi da utilizzare in attentati da mettere a segno in Europa. Elementi che potevano bastare per un arresto e la conseguente espulsione del terrorista. E invece no. Il pericoloso criminale è stato lasciato libero come nulla fosse.
Incredibile. Non solo. L’intelligence del Marocco avvertì non una ma due volte la struttura di sicurezza della Germania in merito al potenziale pericolo che poteva comportare la circolazione di Anis Amri. Una bomba ad orologeria a spasso per Europa che alla fine è esplosa provocando morte e disperazione. Insomma, l’allarme del pericolo di una probabile deriva jihadista lanciato dal Marocco alle autorità tedesche è caduto nel vuoto, purtroppo. Un gravissimo errore costato la vita a troppa gente.