La storica battaglia che il 20 settembre 1870 si combattè tra le truppe italiane, guidate dal  generale Raffaele Cadorna  e l’esercito papalino, sancirono l’annessione di Roma al Regno d’italia, decretando la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica. Una battaglia, che ebbe inizio alle 5,15 di mattina per concludersi alle 10,05 dello stesso giorno, quando le truppe papaline alzarono bandiera bianca.

Un momento epico della nostra storia, raccontata così da Edmondo De Amicis nelle vesti di cronista al seguito degli artiglieri italiani: “Porta Pia era tutta sfracellata; la sola immagine della Madonna, che le sorge dietro, era rimasta intatta; le statue a destra e a sinistra non avevano più testa; il suolo intorno era sparso di mucchi di terra; i materassi fumanti, di berretti Zuavi, d’armi, di travi, di sassi. Per la breccia vicina entravano rapidamente i nostri reggimenti “. L’apertura di quelle mura segnò la nascita dell’Italia come nazione e diede inizio alla modernità.

Porta_Pia_Pagliari_Vizzotto

Il 20 settembre diventò festa nazionale nel 1895, per poi essere cancellata nel 1930 dopo la firma dei Patti Lateranensi da Benito Mussolini e riconfermati nel 1983 da Bettino Craxi. Solo di recente sono stati presentati disegni di legge per ripristinare la ricorrenza nella spirito della conciliazione tra valori laici e valori cattolici.

L’Inno alla Gioia, melodia composta da Ludwing van Beethoven , è stata adottata come “Inno d’Europa” dal Consiglio d’Europa nel 1972, e in seguito dell’Unione Europea per  esprimere la volontà e indipendenza dei cittadini al giogo della fede. Già nel linguaggio democratico universale della musica, essa vuol esprimere gli ideali di libertà, pace e solidarietà, senza vincoli di religioni e non intende, va detto, sostituire gli inni nazionali dei paesi membri nelle loro ricorrenze e  celebrare i valori che essi condividono. Peccato che fra  i valori in Italia non ci sia la memoria dei caduti di Porta Pia. Forse gli effetti dei Patti Lateranensi hanno ancora un loro peso.

di Aldo Cisi  –  presidente Movimento Politico Italiano