La globalizzazione e il Pianeta terra come scenario di prassi politica, sociale ed economica; da qui emerge sempre più il richiamo universale nell’eguaglianza e nei valori della democrazia. Certo, per la sinistra una cosa era dire: proletari di tutto il mondo unitevi, un’altra è dire “derelitti di tutto il mondo” …. Il percorso verso un’organizzazione mondiale basata sui diritti sociali e politici della Dichiarazione Universale dei diritti umani sancita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 è difficile e complesso, ma è sulla linea che deve svilupparsi l’azione teorica e pratica di una sinistra rinnovata, capace di farsi interprete sensibile di un nuovo orizzonte millenario. La sinistra, per equilibrarsi democraticamente tra la destra o centrodestra, ha ancora una funzione importante nel secolo XXI, anche se la via è più che mai incerta. Essa ha però davanti a sé una grandissima “prateria” ed enormi possibilità di incidere, se però è in grado di uscire dalla crisi attuale, dalle difficoltà e dalla pigrizia. Deve convincersi che la sinistra non ha compiuto il proprio cammino ma lo ha appena cominciato. Deve essere un concetto di grande stimolo per la sinistra anche se essa non riesce ancora ad essere unita nella capacità di interpretare i nuovi grandi eventi del millennio, in particolare i processi di immigrazione, le difficoltà e le crisi del capitalismo.
Essendo la sua opera di grande rilievo e importanza nazionale ed europea, ma anche mondiale, deve operare sui problemi della filosofia politica, dello Stato, dei meccanismi verso una sempre maggiore eguaglianza, intesa non come uno slogan, una utopia, una visione livellatrice in senso culturale, antropologico, filosofico, ma come impegno radicale per rendere gli uomini meno soli con i loro drammi di precarietà, disoccupazione, miseria, povertà, facendo propri fino in fondo gli ideali immortali di libertà, eguaglianza, giustizia sociale, fraternità. Inoltre, agire per ogni superamento di questa o quella discriminazione, in base alla quale gli uomini sono divisi in superiori ed inferiori, in dominatori e dominati, in ricchi e poveri, in padroni e schiavi, che rappresenta una tappa, se pur non necessaria, ma soltanto possibile del processo di incivilimento.
Quindi il cammino egualitario non può assolutamente essere inteso come livellamento verso il basso, ma come acquisizione dei diritti. Mai come nella nostra epoca sono state messe in discussione le tre fonti principali di diseguaglianza, la classe, la razza e il sesso. La grande parificazione delle donne agli uomini è uno dei segni più certi dell’inarrestabile cammino del genere umano verso l’eguaglianza. Per i due concetti di base sinistra-destra è difficile condurre in porto una battaglia di civiltà, in grado di avvicinare sempre più gli esseri umani in una dimensione e prospettiva di soluzione dei problemi enormi per l’umanità, ma, per i politici, è uno dei segni più certi dell’inarrestabile cammino del genere umano (speriamo) verso la libertà, democrazia, eguaglianza.
Lo stato del benessere è stato inserito dalla sinistra (quella popolare e socialista) e dalla DC nella Costituzione, ma ad oggi deve essere considerata come “promessa” in molti settori. Come ho già scritto in una precedente lettera, l’opposizione ha un compito molto, ma molto importante. Oggi deve essere operativa per poter superare questa sua crisi esistenziale e di ricostruzione che deriva dall’esaurimento della sua esistenza naturale. Nel turbamento delle porte chiuse o nell’ebrezza delle possibilità, c’è bisogno di una bussola che sta in un premier capace, serio, convinto, ma soprattutto onesto verso il popolo. Esserci è un vostro dovere!
Aldo Cisi Presidente Movimento Politico Italia