E’ difficile comprendere e giudicare il bla bla bla di questi giorni dei mass-media tradizionali (stampa e radio-televisione) sull’Unione Europea e sulla sua sostanziale, effettiva e indifendibile assenza sulla scena del mondo in un momento di delicata crisi internazionale.
Purtroppo gli ipotizzabili sbocchi della situazione sono di grande e grave portata. E nessuno ha rispetto per i dormienti.
Versare lacrime sull’incongruenza e sulla contraddittorietà delle proposte (talvolta addirittura irresponsabili) di rappresentanti dei suoi Stati-membri è un vero fuor d’opera.
Il pianto greco avrebbe un suo significato se le critiche fossero rivolte a quell’unità politica (tipo: gli Stati Uniti d’Europa) sognata dai Padri Fondatori e dal lungimirante Sir Winston Churchill che non vedeva altra soluzione per le Nazioni dell’Europa continentale.
Le lamentazioni, invece, finiscono con il dirigersi melanconicamente contro un ammasso di burocrati che sono certamente bene stipendiati, ma solo per fare gli interessi del sistema bancario e creditizio occidentale che ispira, nel proprio interesse a reggersi in piedi con il credito, la politica dell’Unione.
Quei gentiluomini si guardano bene dall’occuparsi di politica, perché non sono tenuti a fare l’interesse della polis comunitaria, vasta e variegata, ma solo quello di entità esterne ad essa per consentire loro di mandare avanti il capitalismo monetario che le sorregge.
Che l’Unione Europea non sia un’entità politica è fuori di ogni dubbio, salvo che per chi non vuol vedere, sentire e parlare.
E difatti quale Entità di tale tipo non ha proprie forze armate per proteggere i propri cittadini e i confini della polis ed è bloccata dalle sue stesse norme e, in buona sostanza, impedita a fare investimenti produttivi industriali (e non solo per armarsi)?
Stati Uniti d’America, Regno Unito di Gran Bretagna, Russia, Turchia hanno una loro politica, eleggono leader politici che rappresentano l’unità nazionale, possono favorire accordi, promuovere incontri, difendere posizioni acquisite o tentare di procurarsene altre, perché hanno leadership riconosciute e internazionalmente affidabili.
Possono stare in organismi di difesa militare come la NATO in piena autorevolezza e non per creare discordie e caos derivanti da posizioni diverse se non contrastanti dei leader dei singoli Stati Membri di un’Unione pronta a smentirli.
E poco importa, al fine predetto, che solo alcuni di quei Paesi hanno regimi democratici a tutto tondo mentre altri presentano forme di governo di tipo autoritario.
In nessuno di essi – ed è quel che conta a livello internazionale – si riscontrano ambiguità, doppiezze, labilità. Incertezze come quelle rilevate da taluni notisti politici in alcuni Stati membri dell’Unione Europea, dove si vorrebbe che la guida del Paese sia affidata, con ogni mezzo consentito dall’interpretazione delle norme a forze politiche non corrispondenti alla mutata volontà degli elettori ma omogenee, invece, alle direttive dei tecnocrati di Bruxelles: e ciò con il sostegno di mass-media non liberi e fortemente condizionati dal sostegno di chi può finanziarli.
Domanda: Quando i partiti non estremisti capiranno che con questa Unione Europea non si va da nessuna parte?
E ciò non perché bisogna fare risorgere smaccati nazionalismi, con il rischio strombazzato da media interessati della ripresa di guerre interne al Vecchio Continente, ma perché bisogna usare il raziocinio ed evitare di trasformare Paesi di indubbia tradizione diplomatica e di grande rilievo storico in componenti di un’Armata Brancaleone che non sa mai da che parte andare.
Per fortuna dell’Occidente vi sono ancora in esso leader politici che sanno che cosa significhi fare gli interessi della polis(politica, d’altronde, significa solo questo) che li ha eletti e che non devono prendere ordini da Wall Street e dalla City.
Non c’è comunque da dormire su due guanciali: il potente sistema mass-mediatico occidentale a quei leader non consente pace e sonni tranquilli.
di Luigi Mazzella – Rivoluzione Liberale