«Italia e Spagna devono inginocchiarsi», parole del falco tedesco Klaus Regling, economista, attuale amministratore delegato del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), contro il nostro paese e la Spagna che evidentemente vuole ridurre in mutande come è stato fatto con la Grecia.

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Altro passaggio: l’Europa del nord volta le spalle all’Italia: Austria, Germania e Olanda contrarie agli aiuti “senza condizioni. Vale a dire niente carta bianca per gli Stati europei in difficoltà, niente aiuti che non siano vincolati a delle precise condizioni. In sintesi questi signori dicono: se vi servono i nostri soldi per far fronte alla crisi li potete utilizzare ma dovrete accettare il fatto che metteremo mano quando e come vorremo  alle vostre politiche di bilancio negli anni a venire. Non accettate? Bene, allora arrangiatevi con le vostre sole forze. Questo è il pensiero dominante degli strozzini di  Bruxelles.

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Altro ancora: la Germania ha dichiarato guerra all’Italia: se volete i soldi dovete piegarvi alla Troika: Bce, Fmi e Commissione.  A Berlino dell’emergenza coronavirus che ha messo in serie difficoltà l’Italia e altri paesi non importa nulla. Questa è la realtà. I tedeschi lo hanno fatto capire molto bene in queste ore concitate alla vigilia del secondo vertice dell’eurogruppo influenzando come sempre e pesantemente l’orientamento della dis-Unione. Quindi niente linee di credito all’Italia utilizzando il Mes se non attraverso condizioni concordate in anticipo – ossia consegnare il destino del nostro paese al gota degli aguzzini in Belgio – e niente obbligazioni con garanzia comune, come i famosi coronabond reclamati da Roma.

Non è finita: “Vendete i titoli di Stato italiano, saranno spazzatura”. Straordinario, ancora una volta -se ce ne fosse stato bisogno – la Germania ci mostra la sua idea di solidarietà. L’allarme arriva dal settore bancario tedesco mentre qui da noi si sta affrontando una tremenda battaglia sanitaria che anticipa quella economica. E gli avvoltoi stanno già scommettendo contro l’Italia. La Commerzbank, quarta banca tedesca a Francoforte, che ha consigliato ai clienti di vendere i Btp italiani poichè sarà quasi inevitabile che diventino “titoli spazzatura” a causa del peggioramento dei conti pubblici necessario per contrastare gli effetti della pandemia. L’istituto tedesco ha un’esposizione per circa 9,5 miliardi di euro sui titoli sovrani italiani ma ha deciso di mollare l’Italia convinta che stia andando incontro a un disastro sul fronte economico.

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Dall’altra parte della barricata c’è invece Giulio Tremonti che lapidario, come è nel suo stile, avvisa gli italiani: “Non facciamoci fregare: il Mes è un enorme raggiro”. L’ex ministro dell’economia lancia quindi l’allarme sostenendo che ci toccherà pagare un altissimo prezzo politico, qualora dovessimo accettare il famigerato Meccanismo europeo di stabilità.  “Sarebbe una partita di giro, anzi in realtà è una partita di raggiro. Possono raccontarcela come vogliono: avvio soft, finalità virtuose, eccetera. Ma l’ingresso del veicolo in Italia presuppone comunque fortissime condizionalità. Può essere che la partenza sia soft, ma l’evoluzione sarà hard”. Anche perché c’è un punto che tutti hanno ignorato, stigmatizza ancora Tremonti: “Il ministro tedesco deve riferire al Bundestag ogni minimo elemento dell’attività del Mes. Noi abbiamo costituzionalizzato l’Ue, la Germania l’ha germanizzata. Possono dire quello che vogliono ma la disciplina del Mes spinge verso una direzione diversa da quella che ci viene raccontata”. Insomma, quella del Mes è una partita di raggiro, come dice Tremonti, dato che la cifra economica è marginale, mentre quella politica è enorme.

(FILES) A file photo taken on April 24, 2009 shows the European Union flag and national flags in front of the European Parliament in Strasbourg, eastern France. The Nobel Peace Prize was on October 12, 2012 awarded to the European Union, an institution currently wracked by crisis but is credited with bringing more than a half century of peace to a continent ripped apart by World War II.  AFP PHOTO / FREDERICK FLORIN

Così il clima si fa ancora più incandescente in attesa del vertice dell’Eurogruppo fissato per domani dove  a Bruxelles sarà presentato il piano comune per affrontare l’emergenza. Ma a dettare le regole del gioco saranno sempre i soliti: Germania, Austria, Olanda. Quelli che vedono nel Mes uno strumento più che sufficiente per superare la crisi, quelli che ostacolano gli aiuti all’Italia e che ora addirittura lasciano tranquillamente che una delle loro banche più importanti ci pugnali alle spalle invitando a vendere i nostri titoli di Stato. E questo senza valutare minimamente le conseguenze, l’impatto devastante che rischia di provocare ulteriori danni economici all’Italia. Ma a Berlino e al resto della combriccola dei cosiddetti rigoristi se ne infischiano. Questo il vero volto di questa dis-Unione. Il resto è fuffa.

Domani il Mes, salvo sorprese dell’ultimo minuto, farà dunque parte integrante del pacchetto di misure economiche messe sul piatto dell’Eurogruppo. I Ministri delle Finanze dei Paesi membri si ritroveranno  per decidere quali strumenti adottare per cercare di contrastare la drammatica crisi economica provocata dalla diffusione globale dell’epidemia Covid-19. Si parla di fondi messi a disposizione dalla Bei (Banca europea degli investimenti), oppure di un fondo da 100 miliardi di euro per chi perde il lavoro (Sure). Staremo a vedere.

Poche possibilità, invece, per i cosiddetti eurobond, o coronabond, vista, come detto, la netta contrarietà dei rigoristi capeggiati dalla Germania.

Intanto in Italia il Mes viene visto come un autentico cappio al collo che sì, concede soldi, ma strozzo. Il Fondo Salva Stati, consentendo di ottenere un prestito ai Paesi in difficoltà, rischia poi di prosciugarli per ripagare il debito. Come è accaduto alla Grecia ridotta in miseria dalla Troika. Stiamo quindi allerta, Bruxelles per noi è un campo minato. Non hanno bisogno di nessun commento le parole del falco tedesco Klaus Regling contro Italia e Spagna che vuole ridurre sul lastrico come è stato fatto con gli ellenici.

Giorni fa il Financial Times sosteneva che ciò di cui l’Eurozona ha bisogno è la liquidità, non il credito. Queste dovrebbero essere le caratteristiche fondamentali: denaro, non credito; pagamenti immediati (cash) direttamente a cittadini, famiglie e imprese “e sì, l’onere dovrebbe essere mutualizzato, e sostenuto senza limiti dalla Banca Centrale Europea”, spiegava l’editoriale. Chissà se Conte e Gualtieri – che hanno il solito atteggiamento delle sinistre di sottomissione passiva ai voleri europei – l’avranno letto.