OSTIA, I 5 STELLE FANNO PAURA, SINISTRA ALLO SFASCIO, LE ETERNE PROMESSE DI BERLUSCONI
Tra i nostri politicanti c’è da tempo un minimo comune denominatore: far fuori i 5 Stelle. E per riuscire nell’impresa, dopo aver ritagliato una legge elettorale vergognosamente su misura per mettere all’angolo il grillismo, sono disposti a qualsiasi ammucchiata infischiandosene di chi ancora si reca alle urne. Del resto è proprio il nuovo sistema che acconsente le accozzaglie di qualsiasi genere pur di mettere le mani sul governo.
Intanto, però, i grillini piantano un’altra bandierina. Dopo oltre due anni di commissariamento Ostia ha finalmente un nuovo “sindaco” targato M5S, ossia Giuliana Di Pillo, delegata dal primo cittadino di Roma Virginia Raggi per il litorale romano. Di Pillo ha nettamente battuto al ballottaggio la candidata di Fratelli d’Italia Monica Picca con circa il 60% dei voti contro il 40. La pentastellata andrà dunque a ricoprire la carica vacante da tempo a causa del commissariamento dell’amministrazione locale dopo la bufera sollevata dalle inchieste sul famigerato “mondo di mezzo” relative alle infiltrazioni di stampo mafioso nel Decimo Minicipio che hanno portato all’arresto e alla condanna a 5 anni di reclusione dell’ex “minisindaco” Andrea Tassone in forza al Pd. .
Merita questa volta un discorso a parte la questione astensionismo. E’ vero, il dato che cattura l’attenzione è ancora un crollo dell’affluenza dal quale emerge che per la sfida a due ha votato solo un cittadino su tre. Tuttavia va considerato che lo scarto rispetto al primo turno è minimo e questo è un elemento da non sottovalutare poichè sta a significare che al secondo giro gli elettori hanno cambiato tiro: dal centrodestra hanno preferito dirottare le proprie preferenze verso i 5 Stelle.
Al di là di tutto dovrebbe comunque far riflettere che il calo dell’affluenza testimonia senza ombra di dubbio una netta frattura tra istituzioni e la sfiducia che nutrono nei riguardi delle stesse i cittadini ormai stanchi e disillusi. Neppure il caso dell’aggressione incredibilmente brutale subita dal cronista Rai da parte di Roberto Spada, membro di una nota famiglia malavitosa della costa laziale, e le recenti manifestazioni antimafia e per la libertà di stampa sono riuscite a scuotere le coscienze e a spingere i residenti a recarsi ai seggi.
Mentre a sinistra è una tragedia a puntate. Renzi e il suo partito stanno giocando una partita a sinistra alla ricerca di nuove alleanze per tentare disperatamente un dialogo con i fuoriusciti dem e altre potenziali neo-formazioni sinistrorse. Ma tali aperture – se tali si possono definire perché di Renzi è bene non fidarsi – hanno finora registrato un fallimento netto. Le avance nei confronti dei bersaniani sono miseramente naufragate visto che il povero Fassino, il grande tessitore mandato in avanscoperta da Renzi per ricucire con gli ex compagni, ha ricevuto risposte poco incoraggianti registrando il gelo di Mdp Mentre Pisapia, poco convincente, privo di carisma ed eternamente indeciso sembrerebbe più propenso a seguire le sirene renziane. Ma tutto rimane in alto mare.
Dall’altra parte abbiamo Silvio Berlusconi che rafforzato dopo la vittoria in terra siciliana mostra i muscoli e scippando un tema scottante che dovrebbe far parte del dna della sinistra (che nulla ha mai fatto su questo fronte forse troppo presa a preservare vitalizi milionari) promette che se il centrodestra vincerà le politiche di primavera tra i primi provvedimenti di governo si provvederà a stabilire le misure necessarie affinchè tutte le pensioni minime siano portate a mille euro. Da quanto tempo se ne parla del fatto che vivere oggi con una minima di 500 euro significa fare la fame? E purtroppo sono troppi coloro che ancora oggi si ritrovano in tali condizioni di indigenza e nessuno dei nostri politici ha mosso un dito per un cambio di rotta netto, credibile. Il cavaliere aggiunge addirittura che l’assegno spetta anche “alle nostre mamme che hanno lavorato tutti i giorni a casa e che devono poter avere vecchiaia dignitosa”. Non solo, Silvio si spinge oltre aggiungendo che nel governo di centrodestra “ci sarà anche un ministero per la terza età”. Sulla carta chi potrebbe dargli torto. Il fatto che anche Silvio di promesse negli anni ne ha fatte tante, troppe e mantenute poche. La grande rivoluzione liberale di questo Paese sbandierata con la sua discesa in campo nel ’94 dov’è finita? Poi ci si sorprende che la gente non va a votare.