Servono subito altri 3,4 miliardi. Il ministro Padoan cerca di trattare
Flessibilità economica: Bruxelles ci coglie in fallo e spedisce a Roma una lettera con cui si chiedono correzioni per mettere di nuovo in regola i conti pubblici in tempi stretti. A dire il vero non si tratta di una doccia fredda per l’Italia visto che già il 5 dicembre scorso l’Ue ci aveva avvisato richiedendo misure addizionali alla manovra economica dato che il nostro Paese, in caso contrario, avrebbe rischiato di non rispettare il Patto sul debito. E per fare tornare i conti è necessaria una manovra bis da circa 3,4 miliardi di euro senza la quale partirebbe una procedura per deficit eccessivo.
Tuttavia dal Ministero delle Finanze informano che non è arrivata, almeno per il momento, nessuna lettera però allo stesso tempo ammettono che il problema esiste. Infatti i contatti tra il Tesoro e l’eurozona sono costanti e l’obiettivo è proprio quello di evitare una procedura di infrazione tenendo contemporaneamente presente di non applicare pericolose azioni restrittive sul bilancio che rischierebbero di compromettere la fase di crescita ancora debole.
Il ministro dell’economia Padoan tenta dunque di correre ai ripari ma sa bene che gli spazi per contrattare sono parecchio limitati dato che l’Italia ha già ricevuto in passato non poche concessioni. Il ministro coglie l’occasione per spiegare che il debito doveva scendere da quest’anno ma purtroppo così non è stato a causa della deflazione e delle condizioni del mercato che non hanno permesso di completare le privatizzazioni previste. Privatizzazioni che comunque prenderanno nuovamente slancio quest’anno facendo aumentare la crescita. Speriamo che almeno questa volta il capo dei dicastero abbia visto giusto.
Mentre in merito alla ventilata correzione di bilancio e al suo reale peso economico Padoan lascia nel dubbio ripetendo che si deve puntare alla crescita se si vuole abbattere il debito.
Resta comunque la certezza che Padoan sta già negoziando con l’eurogruppo per ridurre l’entità della manovra bis perché voglia o non voglia la correzione dovrà essere fatta. Non a caso ieri mattina il premier Gentiloni ha ricevuto il ministro a Palazzo Chigi per un confronto sulla questione. Viene da chiedersi quanto inciderà sulle nostre tasche questa spesa.