Sale a sette il numero delle vittime.
Mistero sulla mail di aiuto ignorata
Il bilancio delle vittime è destinato a salire, purtroppo. Salgono a sette, almeno per il momento, i morti accertati di questa terribile disgrazia. Nelle ultime ore è stato trovato tra le macerie dell’hotel Rigopiano il corpo di una donna che si trovava dalle parti del bar della struttura alberghiera. Mentre sono ancora 22 i dispersi per i quali le speranze di ritrovarli ancora in vita si riducono ora dopo ora. Ma si scava ancora senza sosta. Come confermano le immagini che scorrono di continuo attraverso la rete e le televisioni i soccorritori lavorano ininterrottamente da oltre 5 giorni in condizioni estreme tra quella montagna di neve e detriti che mercoledì scorso si è abbattuta sull’hotel. Si parla di 120mila tonnellate che sono letteralmente colate sull’albergo a 100 km orari con una forza distruttiva pari a 4000 tir.
Gli uomini della Protezione Civile, i militari, i Vigili del Fuoco non si fermano un attimo e per loro è stato allestito un campo base vicino alla zona di ricerca in modo che non si perda tempo negli spostamenti per coloro che si alternano nel corso dei massacranti turni di lavoro. Ma le difficoltà aumentano perchè i soccorritori da ieri stanno operando con il rischio valanghe per l’innalzamento delle temperature. Infatti alle copiose nevicate dei giorni scorsi si alterna adesso la pioggia che rende la neve meno compatta aumentando così l’allarme slavine.
Intanto su questa terribile tragedia si sta muovendo la Procura. “L’inchiesta è alle battute iniziali, non ci sono al momento scenari diversi da quelli che tutti possono immaginare“, ha detto il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, precisando che tra i filoni di questa complessa indagine vi sono quelli “relativi a circostanze e decisioni sull’apertura e lo stato di esercizio dell’hotel e sulla viabilità di accesso a quell’esercizio“.
Su quanto è accaduto il procuratore riferisce che è stato aperto un unico fascicolo contro ignoti che riguarda tutti gli aspetti di ciò che è accaduto compresa l’ubicazione in cui è stato costruito l’albergo. Le ipotesi per cui si procede sono quelle di disastro colposo e omicidio plurimo colposo.
E se non bastasse si apre anche il giallo di una mail che lanciava un allarme che sarebbe stato ignorato. Tutto da provare, naturalmente, ma la Provincia di Pescara già alle 7 della giornata di mercoledì, ossia 10 ore prima della valanga, sarebbe stata messa al corrente, da un operatore che sgombrava le strade dalla neve durante la notte, sulla criticità del Rigopiano che si sarebbe già in quel momento trovato isolato e per raggiungere l’hotel sarebbe stata necessaria una turbina.
Non solo. Ci sarebbe inoltre una mail con la richiesta di aiuto acquisita dal pm. Mail inviata alla Prefettura di Pescara da Bruno Di Tommaso, il direttore dell’albergo, poco dopo le 14 di quel maledetto mercoledì.
La situazione stava diventando davvero preoccupante, avrebbe spiegato il direttore, che chiedeva alle autorità preposte un rapido intervento. Faceva inoltre presente che i clienti erano terrorizzati dalle scosse sismiche al puto di preferire di starsene all’aperto visto che era impossibile ripartire a causa delle strade bloccate dalla neve.
Dal canto suo la pm Cristina Tedeschini è stata molto cauta sull’ipotesi di “errori di comunicazione tra enti che dovevano assicurare i soccorsi“.