Putin si vendica e chiude la scuola angloamericana
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Tornano decisamente tesi i rapporti tra Usa e Russia che fanno ricordare il clima che si respirava ai tempi della Guerra Fredda. Dopo le presunte incursioni messe a segno dagli hacker che avrebbero interferito sul voto della presidenziali Usa, con l’obiettivo di favorire l’elezione di Trump, il presidente Barack Obama di tutta risposta ha deciso misure pesantissime e ha espulso nelle scorse ore 35 diplomatici russi che, sempre a detta della Casa Bianca, sarebbero agenti dei servizi segreti che avrebbero interferito nella corsa elettorale.
A questo punto le ritorsioni da parte delle autorità russe non si sono dunque fatte attendere e il Cremlino ha chiuso la famosa scuola anglo-americana di Mosca frequentata da parecchi bambini del personale delle diverse ambasciate della città.
Non solo. Putin ha deciso di bloccare anche l’accesso alla residenza di vacanza dell’ambasciata Usa a Serebryany Bor, nella periferia di Mosca. Tensione quindi alle stelle tra le due superpotenze. Dal canto suo Trump cerca di gettare acqua  sul fuoco nel tentativo di smorzare i toni del confronto tra Washington e Mosca visto che sarà lui ad ereditare a breve il pesante fardello dell’amministrazione americana. Tuttavia promette che a breve incontrerà  i massimi livelli dei servizi per chiarire una volta se esistono reali fondamenta riguardo le accuse di hackeraggio rivolte alla Russia.
Un Paese, la Russia, con il quale Trump vuole avere nel prossimo futuro un rapporto molto più disteso e proficuo a differenza di ciò che ha lasciato la precedente gestione Obama. Nel contempo però il Tycoon ha ammonito che gli Stati Uniti non possono perdere tempo su presunte attività degli 007 russi ai danni del sistema informatico dei democratici nel corso della recente campagna elettorale ma si deve guardare avanti ponendosi obiettivi importanti. Del resto il neo presidente ha sempre glissato, dando di fatto poca importanza alla  questione sostenendo che ormai i computer hanno portato l’umanità al punto che nessuno ormai è in grado di dire con esattezza che cosa stia davvero succedendo.
Rimane comunque il fatto che Obama lascia una patata bollente nelle mani del suo successore, a differenza dei cordiali confronti che facevano presagire un passaggio delle consegne tranquillo ed efficace dal punto di vista operativo.
Quindi la mossa di Obama mette in difficoltà il miliardario ritrovatosi presidente. Da una parte Trump sarebbe forse dell’idea di revocare le misure prese contro la Russia dall’altra però c’è il suo partito che in buona parte sembra convinto che si debbano mostrare i muscoli con Mosca mantenendo in atto le sanzioni.
Un bel guaio da risolvere per Trump che a giorni si insedierà alla Casa Bianca.