di Domenico Ricciotti
Durante la campagna elettorale per le presidenziali USA del novembre scorso, tutti gli avversari di Trump, dalla Clinton, alle femministe, ai democratici e perfino ai repubblicani moderati, oltre all’informazione (cartacea, radiofonica, televisiva e internet) si sono stracciati le vesti e hanno gridato allo scandalo, anche per i mesi a seguire, perché secondo alcune voci alcuni hacker russi, o sedicenti tali, hanno forse favorito con il loro hackeraggio, la corsa alla Casa Bianca del candidato Trump. Oggi si ventila l’ipotesi che forse l’FBI ha fatto questo contro Trump per favorire la Clinton.
Hanno fatto tutti un gran bailamme, messaggi, inchieste, accuse e chi più ne aveva ne metteva. Ma alla fine sembra che non ci fosse nulla di serio e sicuramente nessuna intelligenza con il nemico russo da parte di Trump. Salvo poi che il Congresso ha costretto alcuni uomini di Trump o a dimettersi dagli incarichi loro affidati dal presidente, oppure a rinunziarvi prima ancora di entrare in carica. E questo solo per aver avuto colloqui non privati con diversi ambasciatori, tra i quali quello russo, di averlo taciuto alla commissione del Senato, prime che Trump venisse eletto o subito dopo.
Alla fine della fiera, grazie a quel diavolo di Wikileaks scopriamo oggi che la CIA, l’agenzia di spionaggio USA, allora direttamente dipendente da Obama, oggi ex presidente, ci ha spiato tutti, soprattutto noi europei, e noi alleati stretti degli USA. Già l’amministrazione Obama era stata coinvolta in uno scandalo analogo, ma che riguardava solo lo spionaggio dei Leader e dei governi europei, ma questa era una pratica che aveva sviluppato l’amministrazione Clinton. Oggi ci scopriamo tutti di essere potenzialmente spiati.
Sembra che a Langley si siano persi qualcosa, ovvero che la guerra fredda sia finita da decenni, che la Russia sia ancora la vecchia URSS e che gli europei siano dei burattini con i fili tenuti a Washington. Eppure si sono contemporaneamente persi le primavere arabe e la nascita e lo sviluppo dei tagliagole dell’ISIS. Meglio, come fecero con i Talebani afgani e con Al Qaeda, li hanno favoriti e foraggiati. Eppure, è il cittadino europeo che deve essere controllato. Magari per potenziali guerre commerciali.
L’America puritana di Obama si straccia le vesti per finti scandali di Trump, ma tace, anzi copre, lo scandalo di spionaggio degli alleati più stretti e sicuri come gli europei. E la politica europea cosa fa? Tace, perché pensa solo ad accogliere oltre ogni ragionevole possibilità l’emigrato economico islamico che non accetta e accetterà mai il nostro modo di vivere, di pensare e la nostra cultura, ma è diffidente e dura contro il profugo cristiano perseguitato in patria dai tagliagole foraggiate e protette dalla CIA stessa.
America puritana ipocrita dalla doppia morale e anticristiana che, si sospetta da molte parti (non soltanto dall’informazione) che abbia messo più di uno zampino nelle dimissioni di Benedetto XVI. Intatti, poco prima di quelle dimissioni girava una voce insistente che un qualche giudice federale USA avrebbe potuto addirittura emettere un mandato di cattura internazionale nei confronti del Papa teologo, in quanto capo della Chiesa Cattolica e quindi capo e referente di alcuni preti o cardinali pedofili. Per evitare questo scandalo internazionale il Papa, forse, preferì chiudere il suo pontificato e aprire una stagione nuova che Obama sperava potesse essere più fruttuosa per gli USA. In che modo non è dato sapere. Se questo sia complottismo, non siamo in grado di affermarlo. Tuttavia, oggi sappiamo che tutti noi siamo stati spiati attraverso TV, computer e smartphone dalla sede del consolato USA a Stoccarda.
E questa è la patria naturale delle libertà civili, economiche, sociali e politiche? Inizio ad avere più di qualche dubbio!