Gentiloni finge di essere soddisfatto,
Trump e Merkel annullano
la conferenza stampa
Nessun passo in avanti. A parte le solite dichiarazioni di circostanza del presidente del consiglio Paolo Gentiloni a conclusione dei lavori possiamo dire che il tanto atteso G7 di Taormina è stato sostanzialmente un flop.
Nel documento finale si parla della gestione dei flussi migratori, gestione che richiede “sforzi coordinati a livello nazionale e internazionale pur sostenendo i diritti umani di tutti i migranti e rifugiati, riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati, individualmente e collettivamente, a controllare i propri confini e stabilire politiche nell’interesse nazionale e per la sicurezza”. In sostanza non cambia nulla, ognuno per sè e l’Italia dovrà continuare a cavarsela da sola sul fronte degli sbarchi.
Sul versante ambientale Donald Trump fa saltare il tavolo e per il momento non appoggerà azioni tese alla revisione di politiche sul cambiamento climatico promosse dagli altri partner.
Almeno questi ultimi così si sono espressi. Canada, Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Giappone e il resto dell’ Ue confermano invece la volontà di applicare le direttive relative all’accordo di Parigi. Ma al di là dei puntuali buoni propositi, staremo a vedere quali risultati concreti si conteranno all’attivo.
Tra le iniziative dei potenti della Terra spicca la lotta al protezionismo, condizione che pone di nuovo fuori dal coro il capo della Casa Bianca che per adesso preferisce temporeggiare mentre i leader confermano l’impegno a mantenere aperti i mercati. Non è escluso comunque che si procede ad accordi separati bilaterali tra Paesi direttamente coinvolti in forme di interesse reciproco.
Predisposta anche un sorta di road map sulla sicurezza, stabilità e sostenibilità dei Paesi africani. In termini pratici dal G7 confermano che il piano di investimenti esterno dell’Unione europea è un importante strumento per coinvolgere gli investimenti in grado di rilanciare lo sviluppo del Continente.
Altra questione centrale nel confronto la lotta al terrorismo, dopo il recente attentato di Manchester e la strage di cristiani copti in Egitto: A sentire il premier Gentiloni il summit “lascerà una traccia” per gli obbiettivi proposti nei confronti dei colossi del web che dovranno rimuovere tempestivamente i contenuti che alimentano la radicalizzazione del fondamentalismo islamico. Sarà davvero possibile tutto questo? Servirà a fermare i folli disposti a farsi saltare in aria?
Rimaniamo per ora ai proclami con cui i protagonisti della due giorni a Taormina si impegnano a ridurre la presenza dell’Isis in Siria e Iraq, in particolare Mosul e Raqqa, e a contrastare ogni iniziativa di proselitismo perpetrata dal califfato.
A conti fatti, nonostante i cerimoniali e le parole ridondanti che per certi versi hanno rischiato di rasentare la retorica, la delusione su questo rendez-vous è palpabile. Trump e Merkel addirittura rifiutano di incontrare i giornalisti.
Sull’accordo di Parigi legato al clima il presidente Usa si affida a Twitter e rimanda tutto alla prossima settimana mentre ad attenderlo c’era il Marine One, l’elicottero presidenziale, sul quale è salito per raggiungere la base di Sigonella dove ha incontrato le truppe americane.
Caustico il commento del cancelliere tedesco a margine del G7: “La discussione è stata difficile e insoddisfacente. Per ora i sono segnali se gli Usa rii termini dell’accordo o meno. La mancanza di progressi su questo significa che non c’è base comune su un importante accordo internazionale“, ha concluso Markel che ha avuto solo un breve colloquio con i giornalisti tedeschi, non con la stampa internazionale.