I risparmiatori sono stati truffati e questo è un dato di fatto. Ne consegue che la responsabilità del raggiro deve essere pur di qualcuno possibilmente individuabile in tempi rapidi. Tuttavia siamo preparati purtroppo in questo Paese ad assistere ad un andazzo indecente, nauseante, civilmente inqualificabile in cui nessuno alla fine paga per le “furberie” perpetrate a danno dei cittadini. Tante chiacchiere, in questo i politicanti di turno sono dei fuoriclasse, ma nulla di concreto si muove. I colpevoli raramente arrivano allo scoperto e tutto si arena nel mistero del famigerato porto delle nebbie. Basti pensare ai nostri terremotati del centro Italia che sono ancora là tra le macerie dopo aver assistito alle tante sfilate dei nostri rappresentanti istituzionali, a partire dal presidente della Repubblica, che con i loro discorsi intrisi di pedante e ormai insopportabile retorica hanno promesso e solo promesso. Che vergogna
Ma torniamo alla polemica esplosa con “Etruria family”. A un anno di distanza dal referendum che aveva messo fuori gioco Renzi dalle procure arriva un siluro che colpisce di nuovo il segretario Pd. Pierluigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, è di nuovo indagato e puntualmente esplode il caso politico su Banca Etruria. Il procuratore dell’inchiesta sulla banca, Roberto Rossi, avrebbe omesso questo particolare (ovvero dell’indagine in corso da parte dei pm aretini) durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare presieduta da Pierferdinando Casini. Una faccenda delicata tutta da chiarire e che appunto per questo non è escluso che possa arrivare all’attenzione del Csm.
In sostanza dopo l’audizione del procuratore, che giovedì scorso ha affermato l’estraneità di babbo Boschi alle indagini sul crack dell’istituto di credito, si viene a sapere che il padre di Maria Elena è nuovamente sotto inchiesta insieme ai membri del Cda della banca per falso in prospetto in relazione all’emissione nel 2013 dei bond subordinati Etruria, di fatto quelli collocati tra i risparmiatori che hanno poi visto purtroppo disperdersi i propri risparmi. In parole povere Boschi sarebbe accusato di non aver chiarito i rischi di alcune obbligazioni vendute da Banca Etruria ai clienti che in seguito al disastro hanno poi perso tutto o parecchio dei loro investimenti. Insomma, qui pare non ci sia solo la bancarotta ma la presunta truffa ai risparmiatori. Ironia della sorte gli stessi risparmiatori che Renzi tenta disperatamente di difendere (ma ormai non sono in tanti a credergli) intervenendo nelle varie tappe nel suo tour in treno in giro per l’Italia. Un colpo duro da incassare per il leader Pd: la bomba Etruria gli esplode ancora una volta tra le mani. Una maledizione, penseranno al Nazareno.
Così il pm Rossi avrebbe omesso di rivelare alla commissione che quello per la bancarotta non è l’unico filone che coinvolge Pier Luigi Boschi, indagato anche per falso in prospetto. Ecco perché il procuratore di Arezzo rischia dunque di finire di fronte al Csm per “comportamento reticente e omissivo davanti al Parlamento italiano.
Ora infuoca la bagarre politica e il fuoco incrociato è naturalmente sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi subito nel mirino dell’opposizione perché non avrebbe dato notizia della nuova indagine su Pierluigi Boschi nel corso dell’audizione in commissione. Da parte sua il pm, già al centro di accuse di conflitto di interessi per la consulenza con il governo Renzi e il ruolo di titolare dell’inchiesta su Etruria, caso aperto e poi archiviato dal Csm, cerca di uscire dall’angolo e si difende con una lettera al presidente della commissione Casini. Cosa scrive Rossi? In sintesi sostiene che se non ha detto nulla riguardo l’indagine è perché non gli è stato chiesto. Spiegazione che ha convinto Casini secondo il quale la lettera di Rossi fornisce una risposta chiara ed esauriente.
Intanto però c’è un effetto boomerang: dopo l’audizione , durante la quale Rossi aveva fornito a Renzi e ai suoi l’assist per assolvere l’ex vicepresidente di Etruria Pierluigi Boschi e scaricare di conseguenza tutte le colpe del disastro su Bankitalia, sotto accusa finisce proprio il procuratore che rischia di essere deferito al Consiglio Superiore della Magistratura.